9 Aprile 2024

Immigrazione, arriva a Prato il Festival Sabir. Ci sarà anche Maurizio Landini

30 incontri, 80 relatori e proiezioni di film per il Festival delle culture mediterranee Sabir, per la prima volta a Prato


Ci sarà anche Maurizio Landini, segretario nazionale della Cgil, ad aprire la decima edizione del Festival Sabir, che per la prima volta si tiene a Prato. La manifestazione delle culture mediterranee si svolgerà dal 18 al 20 aprile tra Officina giovani, Biblioteca Lazzerini, Palazzo Pretorio e cinema Terminale. 80 relatori, 4 mostre, 30 incontri e proiezioni di film per confrontarsi sul tema dell’immigrazione. Nell’edizione pratese si parlerà, in particolare, di lavoro legato all’immigrazione. Il festival è promosso da Arci, Cgil, Caritas e Acli. “A Prato si parlerà prevalentemente del lavoro legato all’immigrazione, – afferma Filippo Miraglia, responsabile nazionale Immigrazione per Arci – oggi gran parte delle persone di origine straniera che vivono nel nostro Paese sono venute per cercare lavoro e l’hanno trovato. Vivono integrati e inclusi nella nostra società anche se hanno sempre più difficoltà a causa dei continui cambiamenti delle regolamentazioni sull’immigrazione. E’ necessario ricostruire un linguaggio del Mediterraneo e abbiamo pensato che la società civile e le comunità locali abbiano la responsabilità di ricostruire un linguaggio comune per non arrendersi al fatto che il Mediterraneo sia un mare di frontiera”. Il festival Sabir, il cui significato deriva dalla lingua franca parlata dai marinai all’inizio del ‘900 nel Mediterraneo, nasce a Lampedusa nel 2014, esattamente un anno dopo la tragedia del naufragio del 3 ottobre 2013 dove persero la vita oltre 350 migranti. Le precedenti edizioni si sono svolte in città di confine come Siracusa, Matera, Lecce e Triste, questa volta invece è stata scelta Prato, che nonostante non sia geograficamente un punto di confine, è una città multietnica con il 24% di cittadini stranieri presenti e che da molto tempo lavora per creare un ambiente socialmente e lavorativamente inclusivo. “I circoli della nostra città – hanno affermato Federico Barni, vicepresidente provinciale di Acli, e Ilaria Testa, presidente provinciale di Arci – sono un esempio di momenti di incontro culturale e di contaminazione che possono portare a confronti positivi e inclusivi. C’è bisogno, però, anche di uscire dai circoli”.