Antonio Napolitano: “Metro di superficie, alternativa low cost alla tramvia. E all’Interporto produrremo idrogeno” VIDEO
L'ad di Interporto: "Risparmio di tempo e denaro utilizzando i binari esistenti". "Trasporti sempre più green, noi potenziamo il flusso dei treni"
Questa intervista ad Antonio Napolitano come Pratese della domenica nasce dalla chat apertasi con la pubblicazione sui social dell’articolo sull’ipotesi di realizzare la metropolitana di superficie sulla tratta Firenze-Prato da varare una volta che la Foster (fra due anni e mezzo) sarà operativa come stazione fiorentina per l’Alta velocità. Napolitano intervenne nel dialogo fra i lettori con queste parole: “Implementati di materiale rotabile di ultima generazione, con frequenze ogni dieci minuti, i binari (tra Prato e Firenze ndr), liberi dall’alta velocità, diventano de plano la tanto attesa metropolitana di superficie“.
Napolitano è amministratore delegato di Interporto della Toscana centrale e vicepresidente di Uir, l’organismo che raggruppa i 26 interporti italiani. Il palazzo i cui ha sede il suo ufficio, a Gonfienti, è circondato dai binari che si diramano dalla linea Prato-Firenze e innervano la struttura, raggiungendo i terminal di carico e scarico. La stazione centrale è a meno di un km.
Napolitano, perché un professionista del settore come lei ha sentito il bisogno di intervenire in una chat di lettori?
“Una volta varata la Foster, fra Prato e Firenze avremo sette binari liberi. Due saranno impegnati come oggi dal transito locale della linea per Viareggio, due dai convogli merci. Vogliamo che gli altri vengano sommersi dalle erbacce? La metro di superficie, sfruttando i binari esistenti, resta la soluzione più razionale, moderna ed economica all’eterno problema dei collegamenti tra Firenze e Prato. E’ importante sollevare un dibattito per sollecitare le istituzioni e l’opinione pubblica. A due anni e mezzo dal previsto varo della Foster è questo il momento di parlarne”.
Lei cita “materiale rotabile di ultima generazione”. Cosa serve per realizzare la metro di superficie?
“La metro si gioca sulla frequenza: passa a brevi distanze di tempo, circa 10 minuti, ed occorrono diversi treni compatti, da 50-70 posti, con accelerazione da zero a 100 kmh in tre secondi. L’industria oggi cura particolarmente comfort e aspetto: wi-fi a bordo, colori e design accattivanti per piacere ai giovani ed educarli al treno”.
I costi?
“Ad oggi, per la flotta di treni penso 6-7 milioni di euro”.
Un treno all’ingresso dell’Interporto
Non pochi.
“Pochissimi, invece, considerando i benefici che si raggiungerebbero, senza bisogno di realizzare nuove rotaie. Questo investimento va letto come alternativo e più tempestivo rispetto al progetto della tramvia Novoli-aeroporto-museo Pecci, lungo l’asse dell’autostrada: comporterebbe un nuovo sfregio del territorio, i tempi di realizzazione sono incerti, il costo è di un miliardo (ma si parla di 700 milioni ndr). Non c’è confronto, tanto più che, mentre la tramvia si limiterebbe a raggiungere la zona della questura di Prato, la metro (che potrebbe avere a sua volta una fermata all’altezza dell’aeroporto) raggiungerebbe le tre stazioni di Prato e potrebbe prolungare il percorso a Pistoia, assegnando all’infrastruttura una valenza in ogni senso metropolitana . E diramarsi alla Valbisenzio. Qui, considerando la fragilità della 325 è indispensabile ridurre ogni forma di trasporto su gomma, dirottandolo su ferro”.
Ci sarà la volontà politica per realizzare la metro?
“Occorre che Rfi, Regione, enti locali credano nel progetto. Teniamo presente che l’Europa sta incoraggiando come mai accaduto ogni iniziativa diretta a sostituire con l’utilizzo di energia pulita i sistemi di mobilità che prevedano rilascio di Co2 “.
Il completamento dell’Alta Velocità a Firenze avrà riflessi anche per l’Interporto?
“Certo. E non si limiteranno alla tratta Prato-Firenze. Da anni si lavora per adeguare la ex direttissima Prato-Bologna alle dimensioni dei treni merci, ampliando la larghezza delle gallerie. Mancano ormai pochi chilometri al completamemto dell’opera. Inoltre, da maggio partirà un treno navetta settimanale per il porto di Livorno (a regime saranno tre a settimana e in futuro ci sarà anche una navetta per La Spezia). Grazie alla collaborazione con alcuni partner privati il trasporto di ogni container sarà molto vantaggioso rispetto alla spedizione via tir. La navetta servirà a ridurre il traffico pesante che crea ingorghi e inquinamento. Liberando centri abitati, la Firenze-mare, la Fi,Pi,Li, Per quest’anno la Regione non ha erogato la quota di Ferrobonus, che l’Ue riconosce a quanti effettuino la transizione verso il treno. Per il 2025 la chiederemo direttamente noi come sistema interporti”.
Dalla mobilità alla casa, ormai ovunque si insegue il green.
“Le aziende sono tenute a presentare il bilancio di sostenibilità, nel quale devono dimostrare di aver ridotto emissioni di Co2. I sogetti virtuosi ricevono dallo Stato ‘certificati verdi’, destinati a diventare una sorta di ‘moneta corrente’, con sconti sulle imposte e agevolazioni. Le impresde green, inoltre godono di forto ritorni sul piano dell’immagine”.
Non l’ho sentita citare Prato come cliente dell’Interporto.
“Sarebbe il partner naturale, per ragioni logistiche, appetibile anche perché i tessuti sono merce a buon valore aggiunto, Purtroppo, i volumi non sono così elevati da completare il carico di vagoni. Con Prato, intesa come Comune, avevamo aperta l’ipotesi di formare assieme al Marcrolotto una comunità energetica per il fotovolatico, ma al momento siamo fermi”.
La mappa degli interporti d’Italia
Antonio Napolitano si alza e mostra la mappa degli Interporti d’Italia: una vwera e propria ragnatela orizzontale, a nord degli Appennini, poche rette che scendono in verticale lungo lo Stivale.
Due Italie.
“Noi puntiamo ad espandere la rete gli scambi col nord Europa in collaborazione con le strutture settentrionali: hub collegati coi paesi d’oltralpe. La maggior parte del movimento avviene con il trasporto di acque minerali, grazie al collegamento diretto con Cuneo per la distribuzione nel centro sud del marchio San Bernardo, poi serviamo il gruppo Nestlé, Inoltre abbiamo attivi i collegamenti Lucca-Sicilia, Verona-Marcianise e ora la navetta per Livorno”.
Il treno si è ormai sostituito all’aereo nel trasporto di persone. Accadrà altrettanto per le merci, limitando l’uso dei tir?
“Sarebbe buona cosa per la collettività. Prendiamo uno dei nostri servizi di più recente acquisizione: lo smaltimento della quota di terra destinata in discarica, derivante dagli scavi per la stazione Foster. Il materiale caricato su treno arriva qui a Gonfienti, evitando che centinaia e centinaia di tir a pieno carico attraversino l’abitato di Firenze. Poi, i tir spostano il materiale all’impianto per inerti di Serravalle Pistoiese. Ma sul fronte green il nostro obiettivo è ancora più ambizioso”.
Una gru di carico e scarico all’Interporto
Di cosa si tratta?
“Vogliamo convertire all’idrogeno le grandi gru di carico e scarico e il locomotore che trasporta i treni sul tratto dall’Interporto alla rete statale e viceversa. In sinergia con gli altri interporrtti nazionali puntiamo ad installare pannelli fotovoltaici sulle coperture degli edifici. Nel nostro Interporto avremmo anche l’acqua necessaria per l’elettrolisi: l’attingeremmo dal laghetto degli Alcali, di proprietà pubblivca, confinante proprio con la nostra sede”.
Energia dal sole, acqua del posto.
“Green allo stato puro, realizzato con fonti a km zero. Ma soprattutto, evitetemmo di bruciare 6000 litri di gasolio che acquistiamo ogni settimana. Un salasso per i nostri conti, un salasso per l’ambiente”.