17 Marzo 2024

Piccoli influencer crescono: bene se lo fanno promuovendo il territorio

Polemiche sul caso di Comeana. Ma è opportuno che i bimbi studino i luoghi in cui vivono. Anche con gli strumenti più attuali


Il sindaco di Carmignano Edoardo Prestanti (che ha nel cognome ed evidentemente nel carattere il destino il prestarsi alle polemiche) è finito di nuovo nella calderone. Stavolta per aver rilanciato l’iniziativa dello Spazio Giovani di Comeana di promuovere un corso per bimbi e ragazzi fra i 10 e i 14 anni, finalizzato a istruirli nel raccontare se stessi e il proprio territorio “alla maniera degli infiuencer“.
Genitori, insegnanti e adulti in genere hanno concentrato  l’attenzione sull’ultima parola, influencer che fino allo scorso Natale era considerata con una sorta di venerazione ma nel 2024 ha subito un deciso crollo di reputazione. In rete sono fioccate frasi come: nessuno condizioni i bambini;  non date loro il cellulare (come se già non lo maneggiassero). Nessuno li influenzi, neppure a diventare influencer.

C’e da scommettere che se Chiara Ferragni non fosse scivolata sullo zucchero a velo del pandoro, il precoce avviamento al mestiere sarebbe stato il benvenuto.

Peccato che i contestatori dell’iniziativa comeanese abbiano esaurito ogni attenzione sulla parola influencer. Ce n’è un’altra, poco prima, che invece apre il cuore: “territorio”, anzi “il proprio territorio“. Bambini che si cimentino come influencer del luogo in cui vivono è invece una prospettiva che in parte apre il cuore. Per promuovere Carmignano i bimbi devono studiare Carmignano, conoscerne i frutti lasciati dalla storia – che lì inizia con gli Etruschi e percorre un Rinascimento generoso di splendori – e nei frutti prodotti dai contemporanei, come il vino.
Ecco, la preoccupazione che gli adulti hanno per lo strumento (la “maniera degli influencer”) viene pienamente riscattata dall’oggetto e dal fine del messaggio da trasmettere. Tanto più che il territorio pratese è uno dei meno conosciuti da chi ci è nato o vi abita. E che i primi turisti di questa terra dovremmo essere noi che ci viviamo.

La prospettiva di crescere piccoli cittadini consapevoli e magari innamorati del proprio territorio (di Carmignano non è difficile innamorarsi) val bene far loro apprendere le tecniche di comunicazione piu attuali. Anche l’apprendimento concorre a formare cittadini consapevoli: se conosco le tecniche saprò pure difendermi, ora e sempre dalle insidie connesse al contagio da influencer.

Quindi: non colpevole, ma lungimirante, il sindaco Prestanti.

Per unire l’utile all’istruttivo (e non solo dilettevole) si potrebbe mettere in rete un video di sintesi dei lavori, in cui bimbi raccontino Carmignano ad altri bimbi. E lo scambino con i frutti di altre esperienze, italiane e non solo, simili a quella varata a Comeana.
La Riviera romagnola anni ’70 nei tempi morti della stagione accoglieva a prezzi stracciati colonie, oratori e scolaresche delle “medie inferiori” con la consapevolezza che l’adulto tenderà a tornare nei luoghi di una preadolescenza felice. Un investimento, insomma.

Senza puntare a tanto, lo scambio di video fatti da bambini e ragazzi di luoghi lontani può essere un nuovo modo di avvicinarsi alla geografia e a quanto vi è  connesso: storia, arte, economia, costumi. Se poi spunteranno bravi comunicatori per il turismo,  sarà  un piacevole effetto collaterale.

Non tutti gli influencer vengono per nuocere, insomma. Ma occhio ai pandori. Anzi, vista la stagione, alla colomba.

Buongiornoprato@tvprato.it

disegno di Marco Milanesi