La Coppa Davis arriva in città, fra bei ricordi e un monito
L'insalatiera d'argento esposta al Tennis club Prato fra eventi culturali e riflessioni sull'impiantistica sportiva
La Coppa Davis, originale in piediststalli e argento, sarà a Prato da venerdì 15 a domenica 17 marzo, nel pellegrinaggio attraverso l’Italia che la Federtennis ha organizzato per condividere la gioia per la vittoria di Sinner & c, ma soprattutto di Sinner, nella finale di novembre contro l’Australia. La Federazione Tennis e Padel (recentemente aggiuntosi) ha disposto che l’insalatiera compia il giro d’Italia fra le città e i circoli che dal 1922 hanno accolto gare di Davis. Fra questi, il Tennis club Prato che ha ospitato due incontri: marzo 1987 Italia-Svezia, luglio 1998 Italia- Zimbabwe. Sconfitta 2-3 da Wilander & c nel primo caso, successo per 5-0 con Gaudenzi e Sanguinetti nel secondo. La Davis sarà esposta nella sala delle racchette del Tc Prato, via Firenze 95 sabato e domenica. Venerdi sera apertura dell’evento all’insegna di sport e cultura: lo scrittore Sandro Veronesi figlio di uno dei fondatori del circolo pratese e che su quei campi iniziò a giocare e ad appassionarsi della disciplina presenterà assieme a Domenico Procacci, produttore cinematografico il documentario “La squadra” dedicato alla prima vittoria dell’Italia in Coppa Davis, nel 1976 in Cile. Parteciperà al colloquio Edoardo Nesi, scrittore che come Veronesi ha vinto il Premio Strega. Nei romanzi di Veronesi e Nesi il Tc Prato affiora spesso come scenario di tennis, inteso come gioco o fonte di aggregazione.
Sabato e domenica eventi, gare sportive, tornei di padel e visite a ingresso libero alla Coppa Davis esposta nella sala delle racchette: sabato dalle 14,30 alle 18mì. Domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.
Per Prato la visita della Coppa Davis sara motivo di ricordi e riflessioni. Fra i primi, l’intenso lavoro preparatorio che il circolo effettuò per convincere la Federtennis presieduta dal fiorentino Galgani ad assegnare un incontro del più elevato livello tecnico possibile: il match con la Svezia mantenne le promesse. Fondamentale il lavoro del presidente Raffaello Romagnoli, padre di Marco, attuale numero 1 del circolo e del successore Sergio innocenti in carica durante il match. A Carmine Compagnini si devono onori e oneri della gara del 1998. In entrambi casi determinante il ruolo di consiglieri, soci, collaboratori, di Antonio Maccioni e Massimo Bardazzi, colonne del circolo.
Ospitare due volte la Davis fu però merito della città, della Prato del boom economico e produttivo che fondando ai primi anni ’70 il Tc Prato realizzò uno straordinario complesso dove praticare sport e trascorrere il tempo libero e un investimento non solo economico per le famiglie. Un investimento con rilevanti risvolti pubblici: il Tc Prato è senz’altro per qualità il miglior impianto sportivo della città e l’unico, oggi assieme al Golf Le Pavoniere, in grado di ospitare manifestazioni ed eventi di rango internazionale come appunto la Davis. Per le altre discipline Prato non ha ancora strutture all’altezza e manifestazioni di grande respiro mancano da quando il ciclismo, la disciplina forse dalle migliori tradizioni a livello locale, ha preso a soffrire la crisi delle principali società locali. Ma fra il 1989 e il 2001 nel viale della Repubblica si era svolto l’arrivo di tre tappe del Giro d’Italia e non di una prova di campionato italiano.
Anche per il rilievo relativo all’impiantistica il passaggio da Prato della Coppa Davis rappresenta un riconoscimento per i traguardi raggiunti in passato e un monito a migliorarsi affinché a due impianti privati di prim,’ordine se ne aggiungano altri, pubblici, in grado di assecondare aspirazioni e importanza della città nello sport.