21 Marzo 2024

Gli studenti di Montemurlo imparano a riconoscere l’olio di qualità

Grazie all’accordo tra il Comune di Montemurlo e il Pin alla scuola primaria “Anna Frank” di Oste arriva un vero e proprio laboratorio scientifico che confronterà un olio della grande distribuzione con uno a km zero del frantoio.


Nell’ambito delle attività di educazione alimentare del progetto “Alimentazione e sostenibilità” rivolte ai bambini delle classe terze delle scuole primarie dell’istituto comprensivo “Margherita Hack” e paritaria “Ancelle del Sacro Cuore”, il Comune di Montemurlo ha stretto un accordo con il Pin di Prato, attraverso il quale la scienza arriva in classe e insegna ai bambini a riconoscere gli oli extra vergine d’oliva di qualità. Già da alcuni anni il Comune di Montemurlo, in collaborazione con la Filiera Corta e la dietista incaricata del servizio di refezione scolastica, Alessandra Siglich, promuove attività di “consapevolezza alimentare” attraverso esperienze sul campo, dalla conoscenza dei produttori locali alle degustazioni. Quest’anno il progetto si arricchisce della collaborazione scientifica del Pin che martedì prossimo alla scuola primaria “Anna Frank” di Oste porterà un vero e proprio laboratorio scientifico attraverso il quale confrontare un olio della grande distribuzione con uno del territorio a km zero.

A salire in cattedra sarà Chiara Vita, la responsabile del laboratorio QuMap (laboratorio di qualità delle merci e affidabilità del prodotto), uno dei quarantuno laboratori del Pin, che da oltre trent’anni studia gli oli toscani: “Attraverso questa esperienza vogliamo educare a scelte consapevoli i consumatori del futuro- spiega Chiara Vita – Insieme ai bambini faremo un’analisi spettrofotometrica di due oli, uno commerciale e uno di frantoio. Proprio come avviene in laboratorio, useremo delle provette con reattivi e andremo a misurare l’acidità, i perossidi e i polifenoli totali dei vari oli. In questo modo valuteremo la qualità degli oli che è strettamente correlata alla presenza di molecole bioattive”.