29 Febbraio 2024

Sfruttavano lavoratori stranieri senza permesso di soggiorno: la denuncia di una vittima fa scattare le manette per i due titolari

L'indagine della polizia ha permesso di ricostruire la vicenda: gli operai, costretti a turni massacranti, la sera venivano chiusi nella ditta, dove mangiavano e dormivano. I loro passaporti trattenuti indebitamente dai due superiori


Era arrivata in Italia grazie all’opera di un connazionale che, in cambio di una cifra consistente, le aveva procurato un visto d’ingresso nel Paese per motivi turistici con una validità di 14 giorni: questo, nonostante sapesse che una volta varcati i confini nazionali avrebbe lavorato in una ditta di confezioni. La donna di nazionalità cinese non immaginava però che sarebbe finita alle dipendenze di un uomo e una donna, anche loro cinesi, che sfruttavano lavoratori stranieri sprovvisti di permesso di soggiorno, costringendoli a ritmi frenetici (7 giorni su 7), senza la possibilità di uscire, con una retribuzione minima. L’indagine della polizia è partita proprio dal racconto della vittima che ha ricostruito tutti i passaggi: dall’approdo a Milano, dove le era stato sequestrato il passaporto, all’arrivo in città, nella ditta di confezioni, insieme ad altre due persone cinesi. La donna ha riferito che la sera, terminata la produzione, gli operai venivano chiusi all’interno della ditta: alla richiesta di poter avere indietro il passaporto le era stato risposto di “no” da parte dei titolari, che continuavano l’opera di sfruttamento minacciandola di morte. Gli investigatori, una volta acquisite sufficienti informazioni, hanno fatto irruzione nell’azienda, nella zona di via Dino Campana, dove hanno trovato impegnati 7 cinesi, di cui 5 privi di regolare permesso di soggiorno, tra cui la donna che aveva sporto denuncia/querela e sua zia. La perquisizione ha permesso di rinvenire i passaporti di 5 soggetti, trattenuti in modo indebito dai titolari, e di individuare un soppalco in cui era stata installata una cucina di fortuna, alcuni letti, effetti personali e i cosiddetti “fogli cottimo”, ovvero fogli scritti a mano che riportavano i pezzi quotidianamente lavorati dagli operai. I due titolari sono stati arrestati.