Quei “Bancomat viventi” da assaltare vicino ai pronto moda
Omicidio di Seano: vittima e fermati vivevano al Nord ma solo a Prato gira tanto denaro contante
Quello che ha visto Harpal Singh, 59enne di origini indiane crudelmente assassinato a colpi di coltello venerdì sera nella zona industriale di Carmignano è un delitto fra persone che vivevano e avevano interessi in altre zone d’Italia, ma si è consumato a Prato. Perché qui e probabilmente solo qui, esiste l’opportunità di effettuare aggressioni a vittime in genere disarmate e con le tasche piene di contanti.
MODALITÀ – Sono i clienti dei pronto moda gestiti da cinesi, che da trent’anni con grandi furgoni arrivano nel distretto pratese da tutta Europa, per acquistare capi di abbigliamentolow cost destinati a mercati e grande distribuzione
La modalità di pagamento è senza alternative: cash, contanti.
Così l’autista del furgone che soprattutto al venerdì sera e nel fine settimana arriva nel piazzale dei pronto moda è un potenziale Bancomat vivente. Basta aggredirlo, minacciarlo e spogliarlo del contante. Unica accortezza: intervenire subito prima che il veicolo faccia ingresso nel capannone. Quando la vittima è sola o, al massimo, con un collega e una banda di malviventi può averne facilmente ragione. Da una quindicina di anni, soprattutto al Macrolotto 1 di Prato sono segnalate (non sempre denunciate) rapine ai danni di camionisti provenienti dall’estero, derubati ogni volta per migliaia di euro in banconote. Ai banditi basta appostarsi e intervenire. La vittima, scelta casualmente, è senza scampo, consegna il bottino. Non occorre neppure ricorrere a particolari forme di violenza, anche per evitare che la vittima si rechi in ospedale e scattino le indagini. La zona, isolata, ha sempre rappresentato un vantaggio per la fuga. L’impunità è stata garantita in passato dalla mancata denuncia. Presentarla, avrebbe significato autodichiararsi coinvolti in un giro di evasione fiscale. Meglio evitare.
Talvolta, i banditi hanno assaltato direttamente i pronto moda a vendite avvenute, con le casse piene di contanti. Ma i sistemi di allarme scoraggiano ora questa tecnica.
SALTO DI QUALITÀ – Nel caso dell’aggressione ad Harpal Singh, di origini indiane, che viveva a Gonzaga in provincia di Mantova, se verranno confermate le ipotesi avanzate dagli inquirenti, ci sarebbe stato stato un doppio salto di qualità rispetto alle modalità seguite finora.
Anzitutto, i presunti assassini, due pakistani di 30 e 20 anni, collaboratori dell’uomo ucciso, fermati su un treno diretto a Torino, conoscevano la vittima, non hanno colpito a caso. Consapevoli di orari e itinerari e del fatto che l’uomo aveva con sé il denaro contante.
L’altro aspetto del salto di qualità è che, sapendo di essere riconosciuti dalla vittima, sono stati costretti a sopprimerla. Accoltellarla a morte.
Per Prato, un’amarissima constatazione. Vittima e presunti assassini gravitavano a nord, si frequentavano altrove. Se l’omicidio avesse avuto un movente diverso da quelli ipotizzati al momento (rapina o lite improvvisa degenerata) avrebbe potuto avvenire ovunque. Ma perché si consumasse la rapina occorreva che Singh avesse con sé un’ingente somma in contante. Cosa che avviene quando i trasportatori prelevano la merce pagando cash nei pronto moda del distretto pratese.
Sul piano dellaxricerca delle cause, se ne deduce che l’omicidio sia il tragico cascame della consuetudine connessa all’uso di contanti nelle transazioni fra e con i cinesi. O almeno una parte di essi.
Quanto agli effetti, rappresentano un carico supplementare – sul piano di una difficile prevenzione e delle indagini – per forze dell’ordine e magistrati che amministrano la sicurezza in questo già complicatissimo territorio.