Giovanna Chirri, a lungo vaticanista dell’Ansa e autrice dello scoop mondiale sulla rinuncia al pontificato di Benedetto XVI, è stata l’ospite della tradizionale festa dei giornalisti promossa dalla Diocesi di Prato. Questa mattina, nel refettorio del Seminario, Chirri ha raccontato la sua esperienza di giornalista d’agenzia e condiviso con i colleghi pratesi alcune riflessioni sul futuro della professione.
Il racconto di quella mattinata storica – l’11 febbraio 2013, giorno delle «dimissioni» di papa Benedetto dalla guida della barca di Pietro, pubblicato nel libro «I coccodrilli di Ratzinger» – per Giovanna Chirri è il punto di partenza per riflettere e far riflettere su come sia cambiato oggi il modo di fare informazione. «Per comprendere quella notizia, con l’annuncio fatto in latino – ha detto la Vaticanista – ho attinto a pochi e elementari insegnamenti del vecchio giornalismo: stare sempre per strada quando ci sono gli avvenimenti, seguirli, cercare di mettere insieme gli elementi, avere un po’ di cultura, qualche reminescenza di latino dal liceo e conoscere i documenti, come quello di Paolo VI, “Ingravescentem aetatem”, dedicato proprio al “pensionamento” dei cardinali. E poi ho avuto anche un pizzico di fortuna, che serve sempre». Dunque essere lì, vedere, verificare e raccontare, sono regole che valgono ancora oggi per tutti coloro che vogliono fare informazione in modo serio.
Tra i presenti, appartenenti alle redazioni dei media e degli uffici stampa locali, anche il vescovo Giovanni Nerbini, che ha introdotto l’incontro mettendo in evidenza «il bisogno di una informazione corretta, che tenga conto della complessità e cerchi di rappresentarla, nonostante il chiaro bisogno della tempestività e della brevità, tipico della comunicazione di oggi, dominata dai social e dal sensazionalismo».