10 Gennaio 2024

Morte Luana, è iniziato il processo al manutentore della ditta

Secondo le prime testimonianze, le manomissioni ai macchinari determinanti ai fini dell'incidente, sarebbero state tate piuttosto semplici da mettere in pratica


Le manomissioni ai dispositivi di sicurezza e la ricerca puntuale degli interventi effettuati sull’orditoio in cui Luana D’Orazio ha perso la vita sono stati oggetto delle prime testimonianze nel processo a carico di Mario Cusimano, manutentore esterno dell’Orditura A, imputato per omicidio colposo e rimozione delle cautele antinfortunistiche per la morte della 22enne, avvenuta il 3 maggio 2021. Per gli stessi reati, i titolari dell’azienda Luana Coppini e il marito Daniele Faggi hanno patteggiato rispettivamente due anni ed un anno e sei mesi, con sospensione condizionale della pena.
Nell’udienza di oggi, a cui erano presenti l’imputato e i familiari della vittima, sono stati sentiti due tecnici del dipartimento di prevenzione della Asl che assieme alla guardia di Finanza ha svolto le indagini e l’ingegner Carlo Gini, consulente tecnico della Procura. Chiari ed inequivocabili, dalle testimonianze, sono apparsi la ricostruzione dell’incidente e le violazioni ai dispositivi di sicurezza riscontrate ai due macchinari di orditura a campione gemelli tra di loro. Le violazioni sono state numerose, ma fondamentalmente due – ha spiegato l’ingegner Gini – sono state quelle determinanti per la morte di Luana D’Orazio: la prima è stata la disattivazione della saracinesca dell’orditoio, in modo da consentire che la macchina lavorasse in modalità automatica, ad alta velocità, anche a saracinesca sollevata.
La seconda manomissione determinante è stata la sostituzione della staffa originaria del macchinario Karl Mayer, con un sistema a brida e menabrida a staffa sporgente (privo di carter di protezione), che ha agganciato Luana D’Orazio trascinandola nella rotazione del subbio.
Se altre modifiche ai quadri elettrici del macchinario, riscontrate anche sull’orditoio gemello, risultavano maggiormente complesse, questi due interventi legati con nesso causale alla morte di Luana – secondo la valutazione dell’ingegner Gini – sarebbero relativamente semplici da mettere in pratica, in particolare il secondo, per cui è necessaria una “spicciola abitudine di montaggio e smontaggio dei subbi che qualunque orditore sarebbe in grado di fare”.
Cusimano, manutentore esterno della ditta, era già presente poche decine di minuti dopo l’incidente, al momento dell’accesso della Asl, assieme a Daniele Faggi, il quale secondo alcune testimonianze acquisite dagli inquirenti si occupava personalmente di eseguire alcuni piccoli interventi alle macchine. L’accusa, sostenuta in aula dal pm Vincenzo Nitti, ha acquisito le fatture emesse da Cusimano all’orditura A, fra cui un documento di fine 2018 in cui si fa riferimento ad una riparazione di una scheda con l’esecuzione di un ponticello.
La difesa di Cusimano, rappresentata dall’avvocato Melissa Stefanacci, ha fatto notare che il macchinario in cui è avvenuto l’incidente è stato installato nel 2017 da un altro tecnico e che nello stesso 2017 risultano altre due fatture da parte di altri due elettricisti. Inoltre – ha aggiunto il legale – all’interno del manuale degli schemi elettrici dell’orditoio gemello, sono stati trovati due fogli contenenti annotazioni a penna con l’indicazione di schemi di collegamenti alternativi, ma in calce al secondo foglio figura un nome diverso da quello di Cusimano.
Nelle prossime due udienze saranno sentiti quali testimoni dell’accusa gli investigatori della guardia di finanza e alcuni colleghi di lavoro di Luana; successivamente sarà la volta delle testimonianze di Luana Coppini e Daniele Faggi.