19 Gennaio 2024

Inchiesta su gara regionale Tpl, la Procura chiede archiviazione per l’ex governatore Rossi ed altri 15 indagati

Per gli inquirenti gli elementi acquisiti - a seguito degli esposti di Cap - non consentono di effettuare una ragionevole previsione di condanna


La Procura di Firenze ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sulla gara per l’affidamento del trasporto pubblico regionale su gomma a un gestore unico, per 11 anni, che si era aggiudicata Autolinee Toscane, la società del colosso francese Ratp per 4 miliardi. Sedici le persone indagate tra cui l’ex presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, l’ex assessore Vincenzo Ceccarelli, l’ad di At Jean Luc Laugaa e il presidente di Ratp Dev Italia Francois Mazza.
I reati ipotizzati, a vario titolo, sono: turbativa d’asta, falso ideologico e tentata induzione a dare o promettere utilità. Per la Procura gli elementi acquisiti non consentono di effettuare una ragionevole previsione di condanna.
Le indagini erano partite nel 2020 dagli esposti presentati dalle cooperative di trasporti Cap di Prato e Copit di Pistoia – appartenenti al consorzio Mobit che aveva partecipato al bando per il tpl aggiudicato nel 2015 – spiegando di aver agito a seguito di “anomalie e singolarità” riscontrate nelle procedure di gara. Per l’inchiesta la Guardia di finanza aveva perquisito la sede di At a Scandicci e gli uffici della Regione, acquisendo poi documenti anche nella sede della presidenza della Giunta Toscana.
“Vincenzo Ceccarelli ha accolto con immaginabile soddisfazione la notizia” della richiesta di archiviazione, spiega il suo legale Umberto Schiavotti, ricordando che all’ex assessore è stato contestato il reato di tentata induzione indebita a dare o promettere utilità. “Un’iniziativa, però – aggiunge l’avvocato -, che era attesa, stante la sua consapevolezza di non aver commesso mai nulla che avesse un qualche rilievo penale. Tanto più che l’ipotetica contestazione nasceva esclusivamente dal tenore di alcuni colloqui intercettati” tra due altri indagati “in cui vengono interpretate affermazioni asseritamente rese da Vincenzo Ceccarelli, proponendo gli interlocutori intercettati una loro chiave di lettura senza che, mai, il diretto interessato sia stato sentito effettivamente profferire quelle frasi nel corso dell’attività d’indagine. Un “de relato”, quindi, cui si aggiunge la personalissima interpretazione di chi riferisce”.
L’avvocato Pier Matteo Lucibello, legale di Cap, ha spiegato che “si stanno studiando le carte, 11 faldoni per oltre 20.000 pagine di materiale composito, per capire gli spazi che abbiamo per opporci alla richiesta di archiviazione”.