“Il vincolo ‘dell’archeologia industriale’ inserito su 37 complessi industriali e quello del ‘produttivo tipologico’ inserito su ulteriori 47 è la sintesi di una visione miope e senza ambizioni per il nostro territorio”. Attraverso una nota congiunta Azione, Italia Viva, LibDem, +Europa e PSI Prato bocciano il nuovo Piano Strutturale che giovedì prossimo approderà in consiglio comunale per l’approvazione delle controdeduzioni alle osservazioni.
“Prima di essere un insieme di carte, norme e regole, il Piano Strutturale, ovvero un Piano Regolatore, rappresenta in primis l’individuazione di una strada da percorrere, un reale disegno di sviluppo economico che nel futuro più o meno remoto contraddistingueranno il nostro territorio” evidenziano le cinque forze politiche, secondo le quale “intere porzioni di città non saranno mai recuperate a seguito dei vincoli inseriti che rendono anti economico ogni intervento di ristrutturazione e che pertanto diventeranno luogo di degrado e ricettacolo di attività criminose”.
Un destino che secondo Azione, Italia Viva, LibDem, +Europa e PSI riguarderà anche l’ex Banci, una delle aree più strategiche della città. “La conferma dei vincoli sull’area ex Banci continua a pregiudicarne il suo sviluppo; quei ‘pezzi di muro’ che si vogliono tutelare nel tempo crolleranno e nessuno verserà alcuna lacrima per quel ‘patrimonio’ che la città avrà perso. Così come rappresenta una visione (sinonimo di allucinazione) lo sviluppo in verticale del sistema produttivo pratese. Chi realmente riesce a credere a tanta fantasia senza fare mente locali alla normativa sismica e antincendio, ai collegamenti verticali oltre a quelli carrabili?”
“Nessuna previsione è stata fatta riguardo la realizzazione di un crematorium” evidenziano ancora le cinque forze politiche, per le quale “il Piano Strutturale deve puntare su progetti più ambiziosi e degni di una città che dopo Roma e Firenze rappresenta il terzo comune del centro Italia e no su slogan, quale l’urban jungle, propedeutici solo a portare un contributo a dibattiti e convegni probabilmente fascinosi ma vuoti di contenuti reali. Oltre a ciò si è preferito valorizzare aree di privati piuttosto che quelle di proprietà comunale; la bellissima area di proprietà comunale posta tra il viale Nam Dinh, via Galcianese via Olinto Nesi rappresenta l’emblema di tale miopia.”
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