Chen primo cognome di Prato, Gori è il solo pratese fra i primi quindici
Russo, primo casato del Sud è al 43° posto. Orientali trentenni, pratesi di origine over 50
Scusate, avete visto Chen il cinese? Cantava Venditti in una struggente canzone fine anni ’70. Probabilissimo, averlo visto a Prato dato che quel cognome è primo nella classifica dei più diffusi in città. Lo portavano a fine 2023 ben 2743 persone, di età media 35anni, pari all’1,40 della popolazione cittadina. Dopo i Chen, per diffusione ononastica, gli Hu: a fine anno erano 2291 (1,27%), con età media di 32 anni rappresentano il casato più giovane. Terzi i Lin: 1970, 1% esatto dei residenti in città, età media 33 anni. Seguono per la cronaca i cognomi Wang, Zhang, Huang, Li, Zheng, Zhou, Wu, Xu, prima di trovare all’12° posto il pratesissimo Gori, 911 presenze, 0,47% dei residenti per 51 anni di età media
Fra i primi 25 cognomi più diffusi, solo 4 di origine locale: dopo Gori, Rossi (16°), Innocenti (22°) e Baldi 25°), con età media di 50, 52 e 53 anni. Al 21° posto un cognome che induce al dubbio: Cai, abbastanza diffuso fra i pratesi di origine. L’età media di 33 anni toglie però il dubbio sulla comunità di appartenenza.
Prato, città di immigrazione, attrasse decine di migliaia di persone dal Sud. Ma i Russo cognome diffusissimo in Puglia sono al 43° posto, gli Esposito all’82° e, con 204 presenze eguagliano i Corsi e i Nesi.
Un’osservazione anagrafica: i cinesi sono per età media di poco over 30, con picco di 37. Gli Ali sono i residenti più giovani con 29 anni di media. I pratesi provenienti del Sud hanno età fra i 45 e i 48 anni.
I pratesi di origine sono over 50, tranne i Berti e i Tempestini (49), Fabbri e Mazzoni (48). Più anziani, in media Fiaschi (57), Nardi (56) e Rosati, Poli, Morganti (55).
Nel 2022 Gori era 11°, segno che anche nelle culle i cinesi si danno da fare. I pratesi si riproducono meno e muoiono di più, vista l’età.
I cinesi che occupano 14 dei primi 15 posti della graduatoria per cognomi sono in tutto, 18.603, meno del 10% della popolazione residente oltre la metà dei circa 30.000 orientali che qui abitano ufficialmente.
Certo, la loro concentrazione in testa alle graduatorie per cognomi appare impressionante e trova spiegazione nel ridotto numero di “casati” presente nella popolazione cinese, al contrario di quanto avviene in Italia, dove storicamente si ricerca l’identità, non l’omogeneità e da un patronimico come Domenico sono derivati nei secoli Domenici, Menici, Domenichini, Menichini, Domenicali e via distinguendosi. Ragionando sul nome Francesco c’è poi da sbizzarrirsi, tra Franci, Cecchi, Checchi e infiniti derivati diminutivi, accrescitivi, peggiorativi…
La graduatoria dei cognomi con l’impressionante concentrazione ai vertici stimola l’elaborazione di scenari, come le previsioni sulla popolazione scolastica e in genere giovanile del domani, con prevalenza di stranieri. Col dubbio se quei ragazzi vedranno ancora qui e nel manifatturiero il proprio futuro o preferiranno andarsene dando corso ai propri studi, vocazioni interessi di cittadini del mondo.
Oppure stimolano spauracchi, confinati nelle battute del tipo quella sugli improbabili bar Muraglia che sostituiranno la catena dei quasi omonimi Miraglia. Quanto alla previsione – diffusa soprattutto fuori città – che presto la popolazione cinese eleggerà un sindaco di propria estrazione, va rilevato che i cinesi di Prato non hanno manifestato particolare sensibilità alla politica e provengono da una la cultura che non educa alla partecipazione. Nell’elenco dei sindaci di Prato esiste un Cenni, impossibile al momento prevedere un Chen.