Visitazione, risse di partito per un patrimonio dell’umanità
Il trasferimento della Visitazione del Pontormo al Museo civico di Prato nel periodo necessario allo svolgimento dei lavori alla copertura della chiesa dei santi Michele e Francesco a Carmignano ispira una serie di considerazioni. Di metodo, di merito e di prospettiva.
1) La decisione sulla collocazione temporanea di un’opera tanto importante deve garantirne in primis il miglior stato di conservazione. Che viene stabilito dall’organo tecnico competente, la Soprintendenza. Sull’opportunità che l’opera restasse a Carmignano questa rubrica chiese il parere a uno dei più dichiarati e autorevoli fan del capolavoro, il filosofo Cacciari. Che auspicò la permanenza nel territorio carmignanese, subordinandola comunque alla sicurezza.
2) Del sindaco di Carmignano Edoardo Prestanti comprendiamo l’amarezza, che lo spinge a parlare di furto morale. Ma accusare il segretario provinciale del Pd Biagioni di non aver adeguatamente protetto il suo Comune mediando fra fra due enti locali amministrati dal medesimo partito è retaggio di una concezione della politica che ovunque s’insinua, di tutto si occupa. Concezione vecchia anche se nella prassi mai superata. Collocare un capolavoro non è come spartirsi poltrone o poltroncine di un ente pubblico. Sarebbe grave se la decisione di un organo tecnico fosse stata condizionata dalla politica.
3) Non tutto ciò che ispira la reazione del sindaco di Carmignano è tuttavia da buttare. Prato ha un’occasione più unica che rara – ora che la Provincia non esiste di fatto più – di mostrarsi per i comuni vicini “metropoli“, letteralmente città madre. Madre, non matrigna. Quindi non solo misure mitigatrici o compensative a favore di Carmignano. Ma valorizzazione e promozione del contesto da cui la Visitazione proviene e nel quale tornerà.
4) Dunque non semplice “sottrazione” del bene ma opportunità di rendere il capolavoro ancora più noto e fruibile. Nell’interesse di un territorio che si presenti come omogeneo e in grado per qualche mese di prescindere da rigidi confini amministrativi nel godimento di un bene definito “patrimonio dell’umanità“. Non di uno o l’altro campanile, ma dell’umanità.
5) Prato ha – per una volta – fatto valere prerogative che ha, come un museo re-inaugurato nove anni fa nel quale la Visitazione sarà accolta in un ideale contesto conservativo e culturale, dialogando e confrontandosi coi capolavori rinascimentali di Lippi, col manierismo del Poppi. Occasione di rilancio per Palazzo Pretorio che non può esser perduta o trascurata. Sulla temporanea sistemazione dell’opera aleggiavano lusinghe fiorentine, o pistoiesi per pertinenza diocesana. Purtroppo in casi del genere Prato spesso soccombe. Per una volta che si è vista riconoscere meriti guai fallire l’occasione per valorizzare se stessa, Pontormo e Carmignano, dove il dipinto tornerà perché quella e la sua casa.