In nove anni il trend di regolarità riscontrato nelle imprese controllate dal nucleo ispettivo del Piano Lavoro Sicuro della Regione Toscana è passato a dal 20,2% del 2014, quando è stata avviata la prima fase del progetto, al 63,5% di quest’anno, mentre nel territorio della Asl Toscana Centro il tasso è triplicato, passando dal 32,5% al 65,9%. Gli impianti elettrici non conformi a Prato sono praticamente stati azzerati dalla Fase 1 alla Fase 4, dal 27% all’1%, mentre i dormitori sono un terzo rispetto a prima, dal 18% al 6,6%. Dal 2 settembre 2014 al 31 ottobre 2023 sono state ispezionate 18.810 imprese nell’area della Asl Toscana Centro, di cui 11.077 a Prato con 25. 867.000 di euro di sanzioni riscosse.
Sono alcuni dei numeri presentati stamani al Centro Pecci nel convegno “Lavoro Sicuro – Analisi e prospettive”, coordinato dall’assessore alle Politiche di cittadinanza Simone Mangani, in cui sono stati presentati gli interventi svolti dalla Regione Toscana, dal Comune di Prato, dalla Procura della Repubblica di Prato e dalla rete Satis a 10 anni dalla tragedia dell’incendio al Teresa Moda di via Toscana, il 1° dicembre 2013, in cui morirono sette operai cinesi.
L’avvio del “Piano Lavoro Sicuro” avvenne nel settembre 2014, con l’assunzione di 74 tecnici della prevenzione, di cui 50 destinati a Prato (ma molti da allora si sono trasferiti): fu la risposta a quel rogo scatenato dal corto circuito di una stufa elettrica ed alimentato velocemente dai materiali sintetici stipati nel pronto moda. Non ci fu scampo per cinque uomini e due donne, che lavoravano e vivevano nel capannone fianco a fianco con le taglia e cuci, gli impianti elettrici non a norma e le cucine improvvisate con bombole di gas.
“Questa è stata la reazione delle istituzioni locali di fronte ad un evento così tragico, avvenuto nella città del lavoro per antonomasia, del progresso e dell’accoglienza – ha detto il sindaco Matteo Biffoni – Abbiamo risposto con i fatti, non con slogan, spot e discorsi. Grazie al progetto organizzato e sostenuto da Regione Toscana, Procura di Prato, Comune, in collaborazione con le forze dell’ordine, siamo arrivati a risultati importanti, ma a 10 anni di distanza oggi ribadiamo che non si torna indietro dalla strada tracciata, quella della legalità e del rispetto delle regole”.
“Non ci può essere progresso, nè integrazione se non ci sono legalità e rispetto della dignità e libertà dell’uomo nel lavoro – ha aggiunto il procuratore della Repubblica facente funzione del Tribunale di Prato Laura Canovai – Questo grandissimo lavoro svolto da Regione, Procura, Comune e forze dell’ordine era necessario ed indifferibile in un contesto di illegalità diffusa e bisogna continuare, anche perchè ci sono nuove forme di illegalità, come il caporalato”.
Ad illustrare i risultati di nove anni di attività del Piano Lavoro sicuro è stato Renzo Berti, direttore del dipartimento prevenzione dell’Asl Toscana Centro, che ha annunciato la prosecuzione del progetto anche per 2024 e 2025 con la quinta fase – la quarta, (la quarta, apertasi il 1 gennaio 2021, si concluderà tra un mese, il 31 dicembre 2023)- con un trend di controllo di quasi 1000 imprese all’anno: “Siamo partiti nel 2014 come un rullo compressore passando al setaccio le aziende del territorio e in un percorso decennale, fatto da migliaia di verifiche ed interventi, abbiamo visto un’evoluzione nelle condizioni dei luoghi di lavoro, anche se rimane molto da fare e non intendiamo abbassare la guardia”.