1 Dicembre 2023

Piano Lavoro Sicuro, in 9 anni il tasso di regolarità a Prato è cresciuto dal 20% al 63%

Dopo la tragedia di via Toscana, gli ispettori Asl hanno controllato 11.000 aziende nella nostra provincia


In nove anni il trend di regolarità riscontrato nelle imprese controllate dal nucleo ispettivo del Piano Lavoro Sicuro della Regione Toscana è passato a dal 20,2% del 2014, quando è stata avviata la prima fase del progetto, al 63,5% di quest’anno, mentre nel territorio della Asl Toscana Centro il tasso è triplicato, passando dal 32,5% al 65,9%. Gli impianti elettrici non conformi a Prato sono praticamente stati azzerati dalla Fase 1 alla Fase 4, dal 27% all’1%, mentre i dormitori sono un terzo rispetto a prima, dal 18% al 6,6%. Dal 2 settembre 2014 al 31 ottobre 2023 sono state ispezionate 18.810 imprese nell’area della Asl Toscana Centro, di cui 11.077 a Prato con 25. 867.000 di euro di sanzioni riscosse.

Sono alcuni dei numeri presentati stamani al  Centro Pecci nel convegno  “Lavoro Sicuro – Analisi e prospettive”, coordinato dall’assessore alle Politiche di cittadinanza Simone Mangani, in cui sono stati presentati gli interventi svolti dalla Regione Toscana, dal Comune di Prato, dalla Procura della Repubblica di Prato e dalla rete Satis a 10 anni dalla tragedia dell’incendio al Teresa Moda di via Toscana, il 1° dicembre 2013, in cui morirono sette operai cinesi.

L’avvio del “Piano Lavoro Sicuro” avvenne nel settembre 2014, con l’assunzione di 74 tecnici della prevenzione, di cui 50 destinati a Prato (ma molti da allora si sono trasferiti): fu la risposta a quel rogo scatenato dal corto circuito di una stufa elettrica ed alimentato velocemente dai materiali sintetici stipati nel pronto moda. Non ci fu scampo per cinque uomini e due donne, che lavoravano e vivevano nel capannone fianco a fianco con le taglia e cuci, gli impianti elettrici non a norma e le cucine improvvisate con bombole di gas.

“Questa è stata la reazione delle istituzioni locali di fronte ad un evento così tragico, avvenuto nella città del lavoro per antonomasia, del progresso e dell’accoglienza – ha detto il sindaco Matteo Biffoni – Abbiamo risposto con i fatti, non con slogan, spot e discorsi. Grazie al progetto organizzato e sostenuto da Regione Toscana, Procura di Prato, Comune, in collaborazione con le forze dell’ordine, siamo arrivati a risultati importanti, ma a 10 anni di distanza oggi ribadiamo che non si torna indietro dalla strada tracciata, quella della legalità e del rispetto delle regole”.

“Non ci può essere progresso, nè integrazione se non ci sono legalità e rispetto della dignità e libertà dell’uomo nel lavoro – ha aggiunto il procuratore della Repubblica facente funzione del  Tribunale di Prato Laura Canovai – Questo grandissimo lavoro svolto da Regione, Procura, Comune e forze dell’ordine era necessario ed indifferibile in un contesto di illegalità diffusa e bisogna continuare, anche perchè ci sono nuove forme di illegalità, come il caporalato”.

Ad illustrare i risultati di nove anni di attività del Piano Lavoro sicuro è stato Renzo Berti, direttore del dipartimento prevenzione dell’Asl Toscana Centro, che ha annunciato la prosecuzione del progetto anche per 2024 e 2025 con la quinta fase – la quarta, (la quarta, apertasi il 1 gennaio 2021, si concluderà tra un mese, il 31 dicembre 2023)- con un trend di controllo di quasi 1000 imprese all’anno: “Siamo partiti nel 2014 come un rullo compressore passando al setaccio le aziende del territorio e in un percorso decennale, fatto da migliaia di verifiche ed interventi, abbiamo visto un’evoluzione nelle condizioni dei luoghi di lavoro, anche se rimane molto da fare e non intendiamo abbassare la guardia”.