Il coraggio di Martina e l’omaggio a Giulia, l’Oratorio dello Sport, una targa per Nuti: l’alfabeto del 2023-24
La ragazza sfregiata dopo un amore violento è il volto simbolo del 2023. Addio Lam, ma trasporto pubblico in crisi
Seconda parte dell’alfabeto con le parole chiave a cavallo fra il 2023 e il 2024. Ecco la prima, parte con le parole dalla lettera A alla G.
Hotel
Il titolare del Palace di fronte all’hotel ancora in restauro, con l’ex assessore Marchi
Prato cresce nel turismo, soprattutto grazie agli studenti ed è di questi giorni la notizia che la spesa pro capite giornaliera è qui fra le più elevate in Toscana. L’assessorato si è impegnato, specie col.progetto del.turismo in fabbrica. La condizione alberghiera però è in stallo. Flora chiuso, Palace idem causa eterni (e fermi) lavori di ristrutturazione dopo il passaggio di proprietà a un imprenditore cinese. Il Santa Cristina è stato trasformato in residenza privata e dell’hotel a villa del Barone a Bagnolo non si parla più.
Impianti sportivi
Il progetto dell’oratorio dello Sport
Lo stadio è una (brutta) incompiuta, il palazzetto è quel che è, la piscina da 50 metri lontana. Dalla tangenziale l’impianto di atletica risulta quasi sempre deserto. La luce si chiama Oratorio dello sport, il complesso che un gruppo di privati vuol realizzare nel quadrante nord: impianti per padel, tennis, calcetto, calcio a 5 e a 11, pallamano, arene. Oltre a centro commerciale e a una torre con albergo e ristorante da realizzarsi dopo adeguata valutazione, a polo sportivo ultimato. Oltre alla sostanza, colpiscono due parole: il complesso si chiamerà Oratorio dello sport, richiamando un concetto antico e puro quando le parrocchie erano anche sede di attività fisiche e scuola di generazioni di atleti, soprattutto calciatori. L’altro, la sigla della società che riunisce i promotori, imprenditori di prim’ordine del distretto: Faipo, acronimo di Fatto In Prato. Più chiaro di così.
Lam, addio
Dal primo giugno sono sparite le Lam, i bus gialli contraddistinti non più dal numero, ma dal colore imposto alla linea percorsa, che ci avevano accompagnati per quasi vent’anni. Al loro posto i bus bianchi ancora distinti da numeri di Autolinee Toscane. Il guaio è che il nuovo servizio affidato alla gestione dei francesi di Ratp lascerà a desiderare. Soprattutto nel dopo alluvione: corse saltate, studenti fatti scendere a 7-800 metri da scuola col pretesto che il pullman serve altrove. Invece i bus servono lì, al servizio delle scuole, mentre tante famiglie hanno perso l’auto trascinata via dalla forza delle acque.
Martina Mucci
Martina Mucci
È suo il volto del 2023. Quello di una giovane donna pratese che non ha avuto remore nè pudore nel mostrare com’era stata ridotta da chi l’ha aggredita con l’intento di sfigurarla. Di imprimerle per sempre i segni della violenza legata a un rapporto assurdo. Non si può chiamarlo amore. Il suo ex è in carcere, accusato di avere incaricato altri di fare a Martina ciò che lui non aveva il coraggio: violenza per interposta persona. Vigliaccheria che si aggiunge a bestialità, se sarà confermata la tesi dell’accusa. All’ultima udienza Martina ha detto: sono qui anche per Giulia. Per Giulia Cecchettin.
Nuti e Nuti
Francesco Nuti
Francesco Nuti ci ha lasciati a giugno, con la morte biologica, avvenuta diciassette anni dopo l’incidente domestico da cui uscì con irreparabili menomazioni. Nuti è stato figlio legittimo di Prato: qui si formò come persona e come attore, nelle riviste del Buzzi, a Radio Prato, nel suo primo film. Madonna, che silenzio c’è stasera, ambientato alla Campolmi. La Campolmi per la quale quel film fu il primo passo della conversione alla cultura che l’avrebbe portata vent’anni dopo ad ospitare il Museo del tessuto e la bibliotrca Lazzerini.
Giovanni Nuti
Giovanni Nuti, fratello di Francesco annunciò a Tv Prato un desiderio: apporre una targa alla palazzina di via Carraia dove Francesco e lui scrissero la sceneggiatura di Madonna che silenzio c’è stasera. Si può fare, Prato lo faccia.
Ospedale
La rampa di accesso ai seminterrati
L’allagamento del seminterrato, con un metro e quaranta di acqua a sommergere tutto, avvenuto il 2 novembre, dopo appena due ore di nubifragio e dopo 10 anni e 20 giorni dell’inaugurazione è una sconfitta per un sistema di governo. Quello che non volle ascoltare ragioni (neppure della sua stessa parte politica) da chi lamentava le dimensioni ridotte del futuro Santo Stefano, rispetto alla popolazione effettiva e in seconda battuta eccepiva la natura alluvionale del territorio. A luglio 2023 prima pietra per ampliare l’ospedale, con spesa di 19 milioni. A novembre 2023 allagamento con blocco dell’area per un anno e mezzo e 8,5 milioni di spesa. Punto.
Poggio a Caiano
Riccardo Palandri dopo l’elezione a sindaco
Mai, in provincia di Prato, un sindaco di centrosinistra non era stato confermato al secondo mandato. Ci è riuscito Francesco Puggelli, sindaco di Poggio, presidente della Provincia, enfant prodige del Pd. Merito e fortuna di Riccardo Palandri leader del centrodestra che ha sfruttato il gradimento personale, l’onda (tuttora viva).dell’allora recente ascesa di Meloni a Palazzo Chigi e l’insoddisfazione per il sindaco uscente. A Poggio, democristiana nella storia e nell’anima, l’ago della bilancia è da sempre ballerino.
L’alfabeto dell’anno tornerà il 1° gennaio 2024 con la terza e ultima parte.