Cambio al vertice per l’Opera del Duomo di Prato. Claudio Cerretelli è il nuovo presidente e prende il testimone dal notaio Francesco Gianbattista Nardone, alla guida dell’ente per due mandati consecutivi. A eleggere Cerretelli è stato il consiglio dell’Opera al momento del suo insediamento, avvenuto nei giorni scorsi alla presenza del vescovo Giovanni Nerbini e del vicario generale Daniele Scaccini.
Cerretelli, 67 anni, persona molto nota in città, è laureato in architettura ed è uno dei massimi conoscitori della storia del territorio pratese e del suo patrimonio ecclesiastico. È stato per trent’anni direttore dei Musei diocesani, vice direttore dell’ufficio diocesano per i beni culturali e ha al suo attivo numerose pubblicazioni dedicate a chiese e opere d’arte della città.
Nuovo anche il consiglio dell’Opera del Duomo, i cui membri, come previsto dalla legge italiana, sono nominati dopo la ratifica del Ministero dell’Interno tramite la Prefettura di Prato. Ecco i loro nomi: l’imprenditore Marco Cavallaro, l’ingegnere Paolo Spinelli, il canonico Luciano Pelagatti parroco della cattedrale e membro del Capitolo di Santo Stefano (sono al secondo mandato), gli imprenditori Elisabetta Pandolfini, Riccardo Marini e Adriano Baldi (al primo mandato, con quest’ultimo nominato segretario).
Cerretelli è un profondo esperto della storia del duomo e da direttore del Museo ha avuto modo di seguire da tempo le vicende della principale chiesa della nostra diocesi. «Quando il vescovo Giovanni mi ha proposto la nomina a presidente dell’Opera mi ha chiesto di occuparmi in particolare della valorizzazione della cattedrale – dice Claudio Cerretelli – e questo dunque sarà il primo impegno del mio mandato».
Rispetto alle altre Fabbricerie toscane, l’Opera del Duomo di Prato è di recente costituzione, nata per decreto del Vescovo nel 1971, ha come attività principale e scopo istituzionale quello di provvedere alla manutenzione e al restauro della chiesa cattedrale, amministrare i beni patrimoniali e le offerte a ciò destinate, promuovere la conoscenza del duomo e delle sue caratteristiche artistiche e storiche. L’incarico di presidente è triennale e quello del notaio Nardone, come detto, è durato per due mandati, durante i quali il complesso della cattedrale, in particolare la chiesa, è stato oggetto di importanti lavori di restauro. «Sono stati anni impegnativi – afferma Nardone –, abbiamo fatto tante cose importanti in un periodo difficile come quello del Covid. Siamo dovuti intervenire per la messa in sicurezza della cattedrale ed è stata una corsa contro il tempo per far trovare la chiesa pronta per gli appuntamenti importanti dell’anno liturgico. Abbiamo raggiunto grandi risultati e fatto un buon gioco di squadra con gli altri consiglieri».
Negli ultimi anni l’Opera del Duomo ha restaurato e messo in sicurezza tutte le pareti della chiesa, eliminando gli elementi di pericolo, è intervenuta sulla copertura del pulpito di Donatello, ha reso accessibile il campanile con l’installazione di scale in ferro, ha sistemato gli impianti elettrici e fonici (furono danneggiati dalla caduta di un fulmine). Inoltre è stato restaurato il crocifisso del Tacca (posto sopra l’altare maggiore) ed è stata compiuta una mappatura, anche con l’uso di droni, di tutte le superfici esterne, compresi abside e campanile. Gli interventi sono stati realizzati con il decisivo contributo della Cei attraverso i fondi dell’8 per mille e grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato.