Stefano Baccelli: “Bus nel caos, così risolveremo i problemi dei pratesi” VIDEO
L'assessore regionale ai trasporti che domani a Prato incontrerà i sindaci anticipa le misure del dopo alluvione
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Proteste in serie per corsesoppresse, studenti fatti scendere prima dell’arrivo a destinazione, orari non rispettati nella delicata fase post alluvione. Famiglie e dirigenti scolastici infuriati coi rispettivi sindaci, che a loro volta hanno riversato su Autolinee Toscane contestazioni e sollecitazioni a voltare pagina. Anche sulla base delle rinnovate necessità sorte con le aggravate difficoltà economiche e la perdita di centinaia di automobili da parte delle famiglie colpite dall’ondata di maltempo.
Lunedi 27 novembre nella sede della Provincia di Prato i sindaci del territorio incontreranno dirigenti di AutolineeToscane. Presiederà StefanoBaccelli, assessore della Regione Toscana ad infrastrutture e trasporti. Baccelli ha accettato di anticipare per www.tvprato.it i contenuti dell’incontro pratese e di dare un giudizio sulle politiche regionali sul trasporto pubblico.
Baccelli, 58 anni, lucchese appartenente a una famiglia di amministratori della sua città e già presidente della provincia di Lucca è ospite di Pratesi della domenica.
Assessore, con gli allagamenti il servizio di trasporto pubblico nell’area pratese ha mostrato gravi falle. Di cui c’erano evidenti segnali anche prima delle piogge del 2 novembre. Perché i bus non funzionano?
“Il primo novembre entrò in vigore la riorganizzazione T2 del servizio, comunicata di per sé in modo insufficiente riguardo a nuove corse e nuovi orari. Preciso che la riorganizzazione lascia intatti i sei milioni e mezzo di chilometri previsti dal piano del 2012, quando partì la gara per il lotto unico regionale”.
Con l’alluvione il servizio è di fatto saltato.
“Dieci bus fuori uso danneggiati dall’acqua, officine impraticabili. Disservizi e confusione sono stati una conseguenza inevitabile alla quale si sono aggiunti limiti nella comunicazione. A tutto questo stiamo ponendo rimedio”.
Centinaia di famiglie hanno perduto l’auto. Il bisogno di trasporto pubblico si è accentuato.
“Anche per rispetto verso di loro vogliamo risolvere al più presto i problemi”.
Quali misure proporre ai sindaci nell’incontro di lunedì?
“In dettaglio, ogni sindaco ha avanzato richieste per rendere più efficace il servizio sulla base delle indicazioni ricevute dalla popolazione. Più in generale, cercheremo di migliorare l’interscambio gomma-ferro, armonizzando ove possibile gli orari dei bus a quelli dei treni”.
È una necessità manifestata anche dai pendolari che arrivano a Prato in treno dalla Valbisenzio incontrano difficoltà nel trovare bus urbani in grado di portarli a destinazione.
“Al momento l’interscambio bus treno è allo studio sul territorio extraurbano. Per le linee urbane Prato ha ricevuto il potenziamento dei mezzi. Ma saremo pronti ad esaminare proposte anche relative alle coincidenze fra treni e rete cittadina”.
I bus sono utilizzati quasi esclusivamente da studenti, con mezzi spesso vuoti nelle altre fasce orarie. Non pensa di concentrare le risorse per soddisfare la popolazione scolastica, tagliando, se necessario, le corse meno frequentate?
“Il nostro servizio è generalista, non finalizzato a concentrarsi laddove vi sia maggior domanda come vorrebbero logiche di mercato. Ci rivolgiamo non solo a studenti e lavoratori ma anche a tutte le altre fasce di utenti. Gli stessi principi ci guidano nella distribuzione territoriale del servizio”.
In che senso?
“La Toscana ha una conurbazione capillare, fatta di città e località interconnesse, non concentrataa solo nelle aree urbane più popolose. La risposta trova un limite nelle risorse: la Regione investe oltre 300 milioni di euro per il trasporto di gomma, cifra che si raddoppia per le 14 linee regionali dei treni. Copriamo circa 112 milioni di chilometri. In collaborazione con gli enti locali cerchiamo di fare scelte il più possibile al servizio della comunità”.
A due anni dall’ingresso del nuovo gestore Autolinee Toscane, che fa capo ai parigini di Ratp, il trasporto pubblico locale mostra moltissimi punti deboli. Col senno di poi, è valsa la penaeffettuare la “Rivoluzione francese”?
“Nel 2010 la Regione ritenne di procedere alla gara per lotto unico regionale per far fronte con un partner industriale forte ai pesantissimi tagli nella contribuzione statale al settore. La scelta dei francesi fu raggiunta dopo una gara che seguì anni e anni di contenzioso. Non è più il momento di discutere sull’opportunità di una gara unica anziché divisa in tre lotti. Il nostro compito è far funzionare il servizio di trasporto pubblico locale”.
Nei primi due anni di gestione sono emerse ampie criticità.
“Anche aspetti positivi, come l’acquisto di 340 nuovi bus in parte con autofinanziamento di Autolinee, in parte con risorse giunte ad hoc per le aree con maggior criticità per la qualità dell’aria come quelle fiorentina, pratese, lucchese. Bene anche gli investimenti sul fronte tecnologico, per app e paline intelligenti”.
Autolinee Toscane non trova autisti.
“La difficoltà si concentra soprattutto nell’area fiorentina dove il costo della vita – e in parallelo il tenore di vita – sono più alti che altrove. Si sta facendo fronte al turn over reso necessario da pensionamenti e dimissioni grazie a un progetto accademia varato da Autolinee Toscane”.
È ottimista?
“Certo, il concentrarsi in appena due giorni – fra il 1° e il 2 novembre – di riorganizzazione ed allagamenti in gran parte della regione rappresenta una congiuntura particolarmente sfavorevole, alla quale da parte del gestore si è aggiunta la carenza sul piano comunicativo. Siamo impegnati a superare gli ostacoli nell’interesse della popolazione. Cominciando dall’incontro di domani coi sindaci dell’area pratese”.