23 Novembre 2023

Razzia sulle autobotti degli spurghisti, ora una “punizione dantesca”

Derubati e danneggiati nel viale Marconi i mezzi giunti da tutta Italia per rimuovere il fango lasciato dall'alluvione


 

Fin troppo facile immaginare la poco gradevole materia della brutta figura rimediata da Prato  al cospetto degli spurghisti di tutta Italia che mercoledì mattina hanno trovato le rispettive autobotti danneggiate e saccheggiate da vandali e sciacalli.
È successo nell’area del viale Marconi che durante l’emergenza alluvione è stata destinata a parcheggio dei mezzi specializzati per liberare la città dal fango e gli scantinati dall’acqua, arrivati da ogni parte del paese con gesto generoso che avrebbe meritato ben altra ricompensa. Ignoti hanno svuotato i serbatoi del gasolio di otto automezzi, depredati quindi delle batterie, in tutto sedici, del valore di 300 euro l’una. Al danno del furto si aggiunge quello ai cavi di collegamento, strappati con violenza quindi inservibili. Rubati anche attrezzi da lavoro. I danni ammontano a oltre 10 mila euro: molto più del valore della refurtiva, considerando le somme necessarie per il riallaccio dei cavi divelti.

Comprensibili sconforto e amarezza dei proprietari dei camion, che pur avevano avuto l’accortezza di parcheggiare i mezzi a distanza molto ravvicinata per rendere difficile la manovra di eventuali malintenzionati. Alla scoperta, molti avrebbero voluto abbandonare la città non appena rimessi in moto i rispettivi mezzi. Le espressioni di solidarietà ricevute e lo scopo che li aveva portati qui raccogliendo l’appello della Regione Toscana e di Publiacqua hanno convinto anche i più amareggiati a rimanere.

In attesa che gli inquirenti svolgano la loro opera e individuino e fermino i responsabili, viene spontaneo ricorrere a padre Dante per immaginare un’adeguata punizione destinata a chi si è macchiato di un gesto tanto odioso in quanto perpetrato nei confronti di benefattori.

Per analogia rispetto alla materia di norma trattata dagli spurghisti vien da invocare per gli sciacalli il trattamento che il Divino poeta riserva ad un’altra categoria di peccatori – i  ruffiani e i seduttori –  nel XVIII dell’Inferno:

 

Quivi venimmo; e quindi giù nel fosso
vidi gente attuffata in uno sterco
che da li uman privadi parea mosso…

 

Eccola, la pena più adatta per gli sciagurati ladri e vandali del viale Marconi. Il guaio è che nessun giudice terreno potrà mai irrogarla.  Peccato, però.

 

Buongiornoprato@tvprato.it

 

disegno di Marco Milanesi