L’azienda riparte, il ministro bacchetta. Le due facce dell’Italia

Con parole accorate commosse l’Italia, parlando in diretta a Uno Mattina. Il video passava di telefonino in telefonino e lui, Gabriele Innocenti di Omega filati era diventato il simbolo della Prato più vera e più antica. Quella che non si ferma, non si arrende mai. In uno scenario color piombo che sembrava creato da un regista, invece era semplicemente la sua fabbrica allagata, da quel disastro di cui pareva quasi sentire l’odore pesante delle fibre tessili imbevute d’acqua, Innocenti disse che l’alluvione sarebbe stata lo spunto perché l’Omega, la sua azienda, riprendesse più forte di prima. E dettò una scadenza: prima di Natale.
Ieri, 13 novembre, undici giorni dopo. Innocenti si è fatto fotografare ancora nella sua fabbrica assieme a un gruppo di persone. Sono suoi collaboratori e rappresentanti della compagnia assicurativa che lo assiste, non lo ha abbandonato nel bisogno e quel che conta, in pochi giorni ha nominato il perito, scelta l’azienda che curerà il ripristino, inviato funzionari, liquidatori per garantire la ripresa.

Nello stesso giorno a Campi Bisenzio il ministro della Protezione civile Musumeci venuto presumibilmente a portare conforto e speranze alle popolazioni e agli amministratori impegnati nel tirarsi su dal disastro  ha auspicato che ci siano aziende assicurate sui danni da eventi atmosferici ma soprattutto ha parlato di fiumi tombati, opere sbagliate, errori commessi, precisando poi di riferirsi in generale all’Italia e non alla Toscana. E contraddicendo comunque il clima di collaborazione e speranza con cui il suo collega di governo Tajani si era congedato dagli imprenditori tessili incontrati una settimana prima a Prato.

Ecco, quando si parla di Italia a due velocità, di privato che fa e di pubblico che frena, non sono solo stereotipi e frasi fatte. È la realtà.

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disegno di Marco Milanesi