Gabrielli a “un Prato di libri”, «Gestire un’emergenza è come dirigere un’orchestra: ognuno è fondamentale»
L’ex capo dipartimento della protezione civile ieri sera in palazzo comunale è stato ospite della 12ª edizione del festival “un Prato di libri”
L’importanza del lavoro di squadra nella gestione delle emergenze, così come quella di fare tesoro di ogni esperienza, errori compresi. L’ha sottolineata Franco Gabrielli, ex capo dipartimento della protezione civile, ieri, venerdì 24 novembre, nel salone consiliare di palazzo comunale a Prato in occasione dell’incontro promosso da “un Prato di libri”, il festival della lettura per bambini e ragazzi organizzato dall’associazione Il Geranio aps, con la collaborazione del Comune.
«La migliore rappresentazione del sistema di protezione civile è l’orchestra – ha detto Gabrielli – nella quale ognuno, secondo uno spartito predefinito, sa che musica suonare rispetto ad un’armonia stabilita e rispetto alle indicazioni di chi in quel momento è chiamato a dirigere la complessità degli eventi. C’è un direttore, certo, ma tutti sono importanti. Nelle vicende emergenziali infatti il risultato si può conseguire solo se si mette a fattore comune lo sforzo di tutti, se tutti concorrono per il medesimo obiettivo, ognuno con le sue capacità. Il sistema di protezione civile insomma rende poco plausibile immaginare che l’elemento risolutivo sia “l’uomo solo al comando».
Ad aprire la serata, che fa parte della 12ª edizione del festival, il saluto del sindaco Matteo Biffoni e dell’assessore comunale alla Cultura, Politiche giovanili e Immigrazione Simone Mangani. Lo spunto per la riflessione, guidata dalla giornalista Sara Bessi in veste di moderatrice, il libro di Franco Gabrielli dal titolo “Naufragi e nuovi approdi. Dal disastro della nave Concordia al futuro della Protezione civile”, edito da Baldini e Castoldi.
Partendo dalle pagine del suo volume, scritto a dieci anni dal naufragio della Concordia, Gabrielli ha raccontato al pubblico presente retroscena, episodi e sensazioni di quei 30 mesi trascorsi, in qualità di commissario delegato dal governo, a coordinare le complesse operazioni di salvataggio e recupero del relitto. Dai momenti più complessi, come quelli legati alla difficoltà nel realizzare le palificazioni per il falso fondale su cui ruotare la nave, passando per la fiducia degli abitanti dell’isola, che «È stato il carburante per andare avanti» ha svelato Gabrielli. Fino all’istante più bello di tutti, quello in cui la nave ha lasciato l’isola: «A quel punto tutti gli sforzi, tutte le sofferenze e le preoccupazioni si sono sciolte» ha ricordato l’ex capo della protezione civile.
Ma l’incontro – così come fa il volume – è stato anche l’occasione per fare una riflessione generale, di stringente attualità, sul sistema di protezione civile, il suo ruolo e il suo futuro, e su quanto sia necessario fare ancora per ottimizzare sempre più il meccanismo della gestione delle emergenze. «Dobbiamo costruire un patrimonio di conoscenze, esperienze che possano servire ad evitare che si verifichino di nuovo determinati episodi – ha affermato Gabrielli – come memento a non ripetere gli errori. La complessità dei tempi che stiamo vivendo ci spinge molto spesso a rifugiarci nel presente e ad attaccarci ad un’idealizzazione del passato, perché il futuro ci spaventa. Ma è proprio dalle negatività del passato, dai passi falsi, che invece dobbiamo partire per affrontare il nostro futuro e tutto ciò che, come ad esempio i cambiamenti climatici, lo renderà più complicato».