“La mancata sospensione, almeno fino ad oggi, delle scadenze fiscali e contributive a carico delle imprese alluvionate di Pistoia e Prato, è un fatto inconcepibile. Aziende che hanno perso tutto e che ancora non sanno se e quando riusciranno a ripartire, si trovano in questo modo nella singolare condizione di subire un altro smacco. Si è già perso troppo tempo: serve un provvedimento urgente in questo senso”. Lo dice Confcommercio Pistoia e Prato, intervenendo a ridosso delle primissime scadenze, senza che ancora si intraveda un decreto ad hoc da parte del Governo.
Per lo stesso motivo, a ridosso dei primi adempimenti (16 novembre versamento Iva e utilizzo in compensazione dei bonus energia e gas del 1° e 2° trimestre 2023; 30 novembre pagamento Irap e Ires) ieri Confindustria aveva ribadito la richiesta di un intervento urgente del governo.
“Mentre Arera sospende le richieste relative alle utenze di acqua, luce e gas – sostiene Confcommercio – sugli altri fronti che impattano frontalmente in tema di costi di gestione delle aziende tutto tace. È incomprensibile il fatto che non abbia ricompreso in questo provvedimento lo smaltimento rifiuti e che le scadenze Tari rimangano intatte”.
Questo appare, del resto, il fronte più emblematico: “Stiamo assistendo all’assurdo – prosegue l’associazione, in funzione del quale, dopo aver passato giorni interi immersi nell’acqua e nel fango, gli imprenditori hanno accatastato enormi cumuli di materiali e prodotti inutilizzabili. Un danno gigantesco, a cui adesso rischia di aggiungersi la beffa del pagamento di tariffe salate per lo smaltimento. Uno scenario che parrebbe impensabile, a fronte della devastazione alla quale abbiamo assistito, ma che invece si sta materializzando”.
Da qui un appello fermo: “Chiediamo al commissario Eugenio Giani, alla Regione ed ai Comuni di farsi portatori solerti di queste istanze presso il governo nazionale, perché la situazione, già tremenda, non assuma tinte ancora più problematiche. Mentre moltissime attività lavorano senza sosta per tornare ad una difficile normalità, tentando con enorme fatica di salvare almeno il Natale, il fuoco di fila delle scadenze rischia di metterle di nuovo a terra”.