Ad 11 giorni dall’alluvione che ha colpito Prato e provincia la Prefettura ha stilato un bilancio dell’accaduto e dell’operato in termini di soccorsi e assistenza alla popolazione.
Nell’immediatezza dei primi eventi i Comuni hanno attivato i propri centri operativi di protezione civile e la Prefettura il Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.), che ha la funzione di coordinare le emergenze che per intensità o estensione comportino il coinvolgimento di più enti statali e locali e delle forze di polizia.
In aggiunta alle numerose criticità verificatesi nel Comune di Prato, per le quali è stato attivato l’apposito Centro comunale di emergenza, l’intero territorio provinciale ha richiesto l’intervento e l’ausilio, il prima possibile, di tutte le forze del soccorso pubblico già presenti sul territorio, implementate con altre unità provenienti da altre province.
La catena operativa di protezione civile prevede, infatti, con il sorgere dell’emergenza, la costituzione di centri di coordinamento che si attivano sul territorio ai diversi livelli di responsabilità (comunale o intercomunale, provinciale, regionale e nazionale).
La Sala Operativa della Prefettura infatti sin dal tardo pomeriggio del 2 novembre scorso è stata presidiata dai rappresentanti dei Sindaci, della Provincia, della Regione, delle Forze dell’Ordine, del Comando dei Vigili del Fuoco, delle Forze Armate, dell’Asl e 118, del Genio civile, dell’ARPAT e della Croce Rossa.
Con il coordinamento del Prefetto, insieme ai dirigenti e funzionari della Prefettura, la Sala è stata impegnata h24 per fronteggiare l’emergenza e dare una risposta alle richieste di assistenza e di soccorso provenienti dalla popolazione colpita dalla calamità.
Sono stati creati diversi gruppi operativi con particolare riguardo al soccorso tecnico urgente – con Vigili del Fuoco, Esercito, Provincia e Forze di Polizia – ai servizi socio-assistenziali e a quelli essenziali (energia elettrica, comunicazioni,acqua, trasporti) ed al supporto delle attività di raccolta dei rifiuti.
Altrettanto problematica per molti giorni è stata la di rimozione di detriti e rifiuti ingombranti che, oltre a rappresentare un impedimento all’accesso ad alcune aree anche urbanizzate, potevano costituire un’ulteriore fonte di pericolo in caso di eventuali persistenti piogge.
Pertanto è stato richiesto l’intervento delle Forze Armate, tramite il Comando Forze Operative Nord di Padova, che ha assegnato alla nostra provincia 44 militari del Genio Pontieri di Piacenza, dotati di 20 mezzi e dislocati nei territori dei comuni di Prato, Cantagallo e di Carmignano per la rimozione di fango e detriti, per la pulizia dell’alveo dei corsi d’acqua e per la rimozione dei rifiuti ingombranti.
Costantemente monitorata, fin dall’inizio dell’emergenza, è stata inoltre la situazione relativa agli evacuati. Ad oggi risulta che non abbiano fatto rientro nelle proprie abitazioni 2 residenti in Via di Cantagallo, 3 persone a Vaiano (La Briglia), 23 a Cantagallo ed una persona a Vernio.
Nel corso delle operazioni di evacuazione è stato predisposto un apposito piano di misure anti-sciacallaggio e di sicurezza dei cittadini.
Nel complesso la macchina della protezione civile provinciale ha visto in campo , nelle attività di soccorso ed assistenza alle popolazioni colpite dagli eventi calamitosi, 150 unità dei Vigili del Fuoco, che hanno svolto 591 interventi dall’inizio dell’emergenza, assicurando anche il proprio ausilio alle strutture tecno-operative dei Comuni.
Dal 2 novembre ad oggi sono stati impiegati 171 equipaggi della Polizia di Stato, 8 unità di personale del reparto volo della Polizia di Stato e 54 pattuglie della Polizia Stradale , 259 equipaggi dei Carabinieri, di cui 41 della Forestale, 8 equipaggi al giorno della Guardia di Finanza (a cui si aggiungono altre 4 unità di sommozzatori provenienti da Livorno, Rimini, Genova, Ancona ed una del SAGF di Pistoia) .
Infine, rilevante, nei giorni successivi, è stato il dispiegamento delle unità di volontariato di protezione civile, provenienti dalla Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Piemonte, Basilicata e Marche, oltre ai numerosi volontari di Croce Rossa, Misericordia e Pubblica Assistenza.