Massimo Cacciari: “La Visitazione del Pontormo resti nel territorio, meglio se a Carmignano”
Il filosofo già sindaco di Venezia coltiva grande passione per il capolavoro cui dedicò una lectio magistralis. E su Prato: "È ricca di tesori, paga la vicinanza con Firenze"
“Il bene primario dev’essere la salvaguardia della Visitazione, dal punto di vista ambientale e della sicurezza. Stabilito ciò, non ha senso spostarla dai luoghi in cui si trova, compatibilmente con l’idoneità del sito che verrà scelto”.
Filosofo, docente universitario, già parlamentare nazionale ed europeo e, per una dozzina di anni sindaco di Venezia, Massimo Cacciari interviene nel dibattito sulla Visitazione del Pontormo, il capolavoro del manierismo che dovrà lasciare temporaneamente la pieve dei santi Michele e Francesco a Carmignano, soggetta a lavori alle travi del tetto.
Massimo Cacciari a Prato nel 2015
ESTASI coinvolgere Cacciari nel dibattito sul temporaneo ricovero del dipinto è quasi naturale. Cacciari non ha mai nascosto la predilezione per il capolavoro del Pontormo, al quale dedicò una colta ed appassionata lectio magistralis l’8 giugno 2019, nella pieve di San Michele gremita all’inverosimile da un pubblico letteralmente in estasi.
Pubblico per Massimo Cacciari a Prato
VENTAGLIO Le ipotesi in campo emerse per l’accoglienza temporanea della Visitazione sono la chiesa di San Luca a Carmignano, il museo archeologico di Artimino, la villa Medicea di Poggio a Caiano. Prato si è ufficiosamente fatta avanti con il Museo di palazzo Pretorio. Non sono mancate voci sugli Uffizi, oppure l’ipotesi di inviare nuovamente l’opera all’estero (fu negli Stati Uniti fra il 2018 e il 2019), per raccogliere fondi da destinare ai restauri della chiesa.
Particolare della Visitazione del Pontormo
SALVAGUARDIA “Non ha senso spostarla dal territorio che da sempre l’accoglie – interviene Cacciari. Ovviamente, dipende se sussistano le condizioni tecniche per un’adeguata sistemazione che garantisca, prima di ogni altro obiettivo, la piena salvaguardia dell’opera”.
Cacciari fa una breve pausa. “Non conosco la situazione dei luoghi considerati, ma sarebbe ideale se rimanesse a Carmignano – aggiunge – La Visitazione non ha bisogno di promuoversi tramite una collocazione di particolare richiamo. È lei è basta. È legata a un territorio ed è corretto che vi rimanga”.
L’opinione di Cacciari coincide con quella del vescovo di Pistoia Fausto Tardelli e il sindaco di Carmignano Edoardo Prestanti, decisi nel mantenere la tela nel luogo di origine.
La pieve di Carmignano che accoglie il capolavoro del Pontormo
UMILTÀ Chiediamo a Cacciari cosa rappresenti per lui il dipinto del Pontormo. “Come dirlo in tre parole? È un’opera straordinaria, meravigliosa, inquietante“.
Durante la conferenza di quattro anni fa Cacciari definì l’opera “l’apoteosi dell’humilitas, che si rivela nelle due sante donne. In loro convivono senza contraddizione tenerezza e maestosità, perché solo chi è veramente piccolo è davvero grande”.
PRATO L’interesse e la passione da parte di Cacciari nei confronti della Visitazione sono conseguenza della frequentazione e della profonda conoscenza della Toscana, del Montalbano. E della stessa Prato.
Massimo Cacciari intervistato da Piero Ceccatelli al Pin di Prato l’11 giugno 2015
Al proposito, verso la conclusione della conferenza tenuta l’11 giugno 2015 nei locali del Pin, su iniziativa della diocesi di Prato e dell’allora vescovo Franco Agostinelli, Massimo Cacciari si concesse un’osservazione, neppure sollecitata e apparentemente sganciata dal tema dell’incontro, dedicato a temi storici e filosofici “Prato dovrebbe essere più abile a comunicare e promuovere le proprie bellezze in campo artistico e architettonico”, fu la sua dichiarazione.
OSCURAMENTO Otto anni dopo, gli chiediamo di confermare o smentire quel giudizio.
“Confermo, perché incontro poche persone che mostrino di conoscere la città, malgrado i tesori che ha. Credo che Prato paghi la vicinanza con Firenze, da cui viene oscurata”. Quali sono i tesori che ammira? “Il Duomo, Donatello, il Castello dell’Imperatore.ma soprattutto gli affreschi in Duomo. Gli affreschi del Lippi”.