Cassa integrazione, è boom per il settore tessile. Richieste in aumento dopo l’estate: si preannuncia un autunno nero
La frenata della produzione c'è e si vede dai numeri delle richieste preventive di cassa integrazione avanzate alla commissione addetta di Confartigianato Imprese Prato. Preoccupata anche la Cgil
Si preannuncia un autunno nero per il settore del tessile. Nonostante i mesi autunnali siano da sempre caratterizzati da un fisiologico calo della produzione e del lavoro, il comparto vive una fase di preoccupazione. La frenata c’è e si vede dai numeri delle richieste preventive di cassa integrazione avanzate alla commissione addetta di Confartigianato Imprese Prato. Numeri che fotografano una situazione tutt’altro che rosea. A giugno di quest’anno le richieste hanno riguardato 34 aziende e 147 dipendenti; 44 aziende e 245 dipendenti a luglio. Una leggera diminuzione si è registrata nel mese di agosto per poi ripartire, col trend in aumento, a settembre e ottobre, quando le richieste sono passate a coinvolgere ben 79 ditte per un totale di 494 lavoratori. E sono già molte anche le domande di accesso agli ammortizzatori sociali per il mese di novembre: le aziende sono 52 per 372 dipendenti. Sembrano insomma lontani i tempi dell’exploit del 2022, che si è protratto anche nei primi mesi del 2023 per poi arrestarsi progressivamente.
A mordere sono soprattutto le incertezze legate al contesto internazionale, con le guerre in Ucraina e Medioriente a cui si sommano gli aumenti di gas ed energia, e il peso dell’inflazione: una tempesta perfetta che assottiglia il potere di acquisto delle famiglie e che ridisegna le dinamiche tra produzione e consumo. Segnali che anche la CGIL aveva intercettato mesi fa.