Il mondo al contrario è al Buzzi: classe di maturandi assunta part time
Ovunque senza impiego giovani con laurea e dottorato. L'istituto pratese in controtendenza grazie (non solo) alle assunzioni precoci. Che riportano al nostro passato e al distretto cartario di Lucca
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Il vero mondo al contrario è all’istituto Buzzi di Prato. Dove gli studenti di meccatronica, chimica ed altri indirizzi del quinto anno sono stati assunti part time da varie aziende per lavorare già durante la preparazione all’esame di maturità. Diploma a lavoro in corso. Una volta raggiunto diplomati, se ce ne saranno gli estremi il lavoro potrebbe diventare stabile e a tempo pieno.
A darne notizia durante la presentazione di BuzziJobGate, è stato Francesco Tognocchi, referente con Daniele Maddaluno del portale che mette in contatto i diplomati – recenti e meno recenti – dell’istituto con le imprese, in particolare quelle aderenti a Confartigianato Prato.
Quanto al “miracolo” degli alunni che lavorano durante l’ultimo anno, le aziende ne avevano saggiato doti e talento durante l’Alternanza scuola lavoro (oggi Pcto, percorsi competenze trasversali orientamento) decidendo di non aspettare: gli accordi sono fra aziende e ragazzi. La formula è della collaborazione o del.part time.
“Alcune imprese non volevano lasciarsi scappare i ragazzi e li hanno assunti part time. Li chiamano al.lavoro già durante il quinto anno. Sosterranno a giugno l’esame di Stato per il diploma, ma sono già entrati a far parte del mondo del lavoro”, aggiunge Alessandro Marinelli, dirigente scolastico del Buzzi.
Mattina sui banchi, pomeriggio in fabbrica, oppurecdavanti al pc di casa per operare a distanza. E i libri? E le interrogazioni? Grazie alla pratica diretta sul campo, nelle materie tecniche soccorrerà il sapere maturato in fabbrica. Per le altre, ci sarà tempo per studiare, la sera.
Dall’Alternanza scuola lavoro alla scuola e lavoro in contemporanea, insomma. È il mondo al contrario, perché nel resto d’Italia (e quasi ovunque nel resto di Prato) i giovani stentano a trovar impiego avendo in tasca il diploma, la laurea triennale e quella magistrale, perfino il dottorato (più spesso in materie umanistiche). Da “dottori” disoccupati i giovani esultano se vengono assunti come commessi in un supermercato. Oppure vanno all’estero. Invece, al Buzzi capita di essere contrattualizzati precocemente, come succede alle promesse del calcio.
E qui s’impongono un ricordo e un parallelo. Il ricordo – giuro unica concessione alla nostalgia di queste righe – è agli anni ’70 e ’80 quando nell’estate fra quarto e quinto anno (ma anche prima) i ragazzi del Buzzi indirizzo sia tessile che chimico, andavano a farsi le ossa nelle fabbriche e gli impannatori li opzionavano per dopo il diploma e il servizio militare. Anzi, l’assunzione avveniva ufficialmente prima dell’arruolmento, casomai il ragazzo avesse a cambiare idea. Il parallelo, recentissimo, è invece col distretto cartotecnico e cartario di Lucca, dalle tecnologie avveniristiche, dove almeno fino al covid i ragazzi delle quinte degli indirizzi di settore avevano in tasca l’assunzione promessa. A Lucca si spiegava con orgoglio che solo a causa del precoce assorbimento nel lavoro, il territorio arretrava nelle statistiche nazionali dei neolaureati.
Vabbè, il gruppo degli studenti lavoratori al quinto anno del Buzzi non farà primavera e bisogna chiedersi perché le aziende hanno così bisogno di ragazzi: improvviso boom di commesse o sparizione dei diplomati in quel campo? Intanto, godiamoci le “assunzioni”; il buon effetto della scuola lavoro (anche se il suo scopo non è esattamente quello di inserire in azienda i ragazzi); e godiamoci un pezzo di mondo al contrario che investe Prato. E trova tutti d’accordo, stavolta.