9 Agosto 2023

Maxi-rissa alla Dogaia, critica la Cgil: “Una catastrofe annunciata. Situazione segnalata tante volte ma nessuno fa niente”

Tanti i problemi del carcere pratese, discussi anche in una riunione con le autorità dello scorso febbraio: dalle carenze di organico alla messa a norma della struttura. Centrale anche l'assenza di un direttore titolare e di un comandante o vicecomandante di ruolo


“I fatti avvenuti il 7 agosto non sono nient’altro che il triste epilogo di una catastrofe annunciata”. Non usa mezzi termini la Fp Cgil per descrivere la maxi-rissa, scoppiata pochi giorni fa all’interno del carcere pratese: un episodio che ha visto scontrarsi, nel reparto di media sicurezza, due bande rivali di detenuti, un gruppo di origine albanese e uno di origine magrebina. Una decina le persone coinvolte, che si sono affrontate a colpi di bastoni rudimentali ricavati dalle gambe dei tavoli in dotazione in cella e altri oggetti. A farne le spese, due agenti che sono rimasti feriti nel tentativo di riportare la calma, rimediando una prognosi di 5 giorni.

Adesso arriva la nota critica del sindacato che ribadisce la situazione difficile che sta vivendo la casa circondariale pratese. Una condizione ormai datata: in un incontro dello scorso febbraio, spiega la Cgil, alla presenza del prefetto di Prato e del provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria toscana, il sindacato aveva lamentato le “troppo numerose assegnazioni a Prato di detenuti di difficile gestione provenienti da altri istituti” e aveva avanzato tre specifiche richieste: il ripristino delle scale di emergenza, l’installazione dei telefoni in sezione e infine la messa a norma della struttura. “A distanza di quasi sette mesi, nulla è cambiato”, tuona la Cgil. “Il carcere pratese continua a lavorare sotto organico, con il rapporto agenti/detenuti più basso del distretto Toscana e Umbria – fa sapere la Cgil – Nell’ultimo periodo l’istituto è anche sprovvisto di un direttore, nonché di un comandante e/o un vicecomandante titolari: impensabile, quindi, che il carcere possa essere gestito a singhiozzo da dirigenti – conclude – che si alternano in modo frequente”. Proprio l’assenza di un comando stabile ed efficace è stata al centro di una missiva indirizzata dal sindacato Fp Cgil Polizia penitenziaria alle autorità il 7 agosto, a firma Giulio Riccio. “Il malessere del personale del carcere di Prato è facilmente riscontrabile: la quasi totalità dell’organico, anche prossimo al pensionamento, chiede il trasferimento in un’altra sede, e quasi nessuno chiede di essere trasferito a Prato, che fino a pochi anni fa risultava essere una delle sedi più ambite. Auspichiamo, pertanto, che le Autorità competenti non restino sorde alle nostre richieste”, conclude la Cgil.