Continua a tener banco la questione immigrazione a livello locale e nazionale. Dopo aver denunciato una situazione pratese “sull’orlo del tracollo”, il sindaco Matteo Biffoni replica a fonti del Viminale, respingendo l’accusa (lanciata attraverso la stampa nazionale) di avere posizioni ideologiche e non voler fare accoglienza sul proprio territorio: “Queste fonti dovrebbero parlare con i sindaci, non con i sindaci Pd, ma tutti e in tutta Italia”, commenta Biffoni, anche delegato Anci all’Immigrazione, che descrive una situazione generalizzata “fuori controllo” con ricadute preoccupanti sull’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (in città se ne contano oltre 60). “Io non mi sono mai fatto problemi a criticare la gestione del fenomeno migratorio con ogni Governo quando le cose non funzionano – prosegue piccato Biffoni – Ma qui si va ben oltre: il Governo Meloni che aveva promesso stop sbarchi, adesso ha creato il caso, e il ministero dell’Interno non risponde, non dà informazioni adeguate né ai sindaci né ai prefetti, nessuno sa i criteri di ripartizione né cosa accadrà nei prossimi mesi”.
Al centro della discussione anche il modello Prato, che Biffoni difende con grande convinzione così come il sistema dell’accoglienza diffusa, ritenuta unica strada percorribile per chi arriva e per le realtà ospitanti. “Su Prato non intendiamo prendere lezioni da nessuno. La città di Prato sull’accoglienza e la gestione dell’immigrazione dà lezione all’Italia intera, compreso al Viminale”, rimarca il sindaco.
Non si fa attendere la risposta della deputata di Forza Italia Erica Mazzetti che definisce “sterile la polemica contro il Governo portata avanti da alcuni amministratori Pd”. “Molti di quelli che adesso scoprono il problema immigrazione prima hanno fatto propaganda per i “porti spalancati” – attacca Mazzetti – e poi hanno disertato e boicottato tutte le iniziative del governo per il coordinamento nella gestione dell’emergenza. Oggi i loro territori ne pagano le conseguenze: prima che accusare il governo – ripete la deputata – dovrebbero fare i conti con gli effetti delle loro azioni. Per questo, dovrebbero quanto prima smetterla di fare ostruzione, tornare sui propri passi e mettersi a lavorare concretamente insieme agli altri – conclude – con le Istituzioni”.
