“Amaltea”, da operaio tessile ad allevatore di capre: la storia di Stefano
A Javello la famiglia Polidori ha costruito una stalla di 280 metri quadrati dove alleva capre di razza camosciata delle Alpi
In località Sassonero, a poca distanza dalla fattoria di Javello, sulla montagna che domina Montemurlo, si trova l’azienda agricola “Amaltea” della famiglia Polidori. Qui, grazie all’appoggio del figlio Damiano, Stefano Polidori, 62 anni e una vita trascorsa in fabbrica come operaio tessile, una volta in pensione ha potuto realizzare il suo sogno: aprire un allevamento di capre per la produzione di formaggi caprini. Un progetto che Damiano e Stefano hanno perseguito insieme per lunghi anni, affrontando momenti di difficoltà e scoramento. Poi nel 2020, quando il peggio sembrava passato e finalmente le 50 capre di razza camosciata delle Alpi erano nella stalla, ci sia è messa anche la pandemia a scompigliare le carte in tavola. Anni difficili e faticosi che non hanno fermato l’allevamento, che oggi può contare su una clientela affezionata e prodotti di qualità: yogurt, formaggi stagionati, a lavorazione lattica (cioè prodotti sfruttando la coagulazione spontanea del latte) tipo i formaggi francesi come il Brie e con lavorazione classica tipo taleggio. Stefano ha sempre creduto nelle potenzialità dell’allevamento e si è formato al mestiere da autodidatta, soprattutto frequentando fiere del settore. Il figlio Damiano insieme al padre ha dato vita al sogno e, grazie ad un importante investimento, in località Sassonero, in una radura in mezzo ad un bosco di querce, asparagi selvatici e pungitopo, ha costruito una bella stalla in legno di 280 metri quadrati che può ospitare fino a 114 animali.
«Questo è il nostro “diamante grezzo” – dice Stefano Polidori– L’allevamento offre grandi potenzialità di crescita e di sviluppo, soprattutto per i giovani che possono vedere risultati concreti. Naturalmente è un lavoro duro che richiede tanta dedizione e competenze specifiche. Ogni mattina arriviamo alle ore 7 e per circa 3 ore siamo impegnati nella mungitura delle capre, animali che abbiamo scelto perché sono particolarmente intelligenti».
Pian piano la struttura si arricchirà anche di un piccolo caseificio (attualmente i Polidori si appoggiano ad uno stabilimento della zona) e di uno spaccio aziendale. Ogni giorno le capre camosciate, tra le razze più produttive, producono 80 litri di latte che, a giorni alterni, vengono portati al caseificio per produrre i formaggi caprini.
L’azienda agricola Amaltea, che prende il nome dalla capra che, secondo la mitologia, allattò l’infante Zeus, stamattina è stata visitata dal sindaco Simone Calamai e dall’assessore allo sviluppo agricolo, Giuseppe Forastiero.
« L’allevamento è una delle attività più antiche praticate dall’uomo, una scelta imprenditoriale coraggiosa animata da un grande sogno che è diventato realtà. – dice il sindaco Simone Calamai- Stefano e Damiano hanno iniziato la loro attività proprio durante la pandemia ed hanno dovuto affrontare tante difficoltà. Sono felice, dunque, di vedere che l’azienda sta andando avanti bene e che proponga prodotti di qualità che spero possano essere sempre più apprezzati e conosciuti». Un’attività certamente di nicchia che sorge in un territorio incontaminato e che «contribuisce a diversificare il tessuto produttivo locale e può rappresentare un’opportunità di lavoro e di sviluppo per i giovani che credono nelle potenzialità dell’agricoltura e dell’allevamento», conclude l’assessore allo sviluppo agricolo, Giuseppe Forastiero.
Per acquistare i formaggi si può prendere contatto direttamente con l’azienda Amaltea telefono 3386639003.