30 Maggio 2023

Traffico internazionale di hashish e marijuana: dieci arresti, coinvolto anche un commercialista

C'è anche Prato tra le province interessate dall'operazione condotta dalla Guardia di Finanza. La droga veniva stoccata in immobili presi in affitto


Un’organizzazione, composta quasi esclusivamente da persone nate e domiciliate in provincia di Firenze, dedita alla commercializzazione di ingenti quantitativi di hashish e marijuana in Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia. È quanto scoperto dal Goa della Guardia di Finanza di Firenze con un’indagine coordinata dalla Dda del capoluogo toscano.
10 le persone per cui il gip ha emesso ordinanza cautelare, di cui 6 in carcere e 4 ai domiciliari: le misure sono eseguite a Firenze, Prato, Bologna, Milano e Bergamo, e anche a Barcellona e a Londra, da parte delle fiamme gialle fiorentine e dei colleghi dello Scico di Roma e con la collaborazione dei finanzieri delle varie città interessate.
E’ scattato anche il sequestro preventivo di beni per 650.000 euro.
Associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, autoriciclaggio e indebita percezione di erogazioni pubbliche le ipotesi di reato contestate.
Nel corso delle indagini, in diversi interventi tra il 2021 e il 2022, sono state arrestate altre 10 persone in flagranza di reato e sequestrati 685 kg di hashish e marijuana, oltre a 833 piante di marijuana.
Tra i presunti componenti dell’organizzazione c’è anche un commercialista fiorentino, che secondo gli inquirenti si sarebbe “occupato della stipula, sotto falso nome, di contratti d’affitto di immobili a Firenze adibiti poi a depositi di droga”. Il professionista avrebbe anche consentito il riciclaggio di taluni proventi e avrebbe assunto in maniera fittizia alle proprie dipendenze uno dei sodali, al fine di permettergli di dimostrare una posizione lavorativa regolare e di beneficiare indebitamente della cassa integrazione e della disoccupazione”.

Il sequestro di beni – per un valore complessivo di oltre 650.000 euro – fra cui un immobile a Firenze è scattato per il reato di autoriciclaggio e a causa della sproporzione fra i redditi dichiarati dagli indagati rispetto al patrimonio posseduto.

Secondo gli inquirenti gli indagati hanno operato attivamente anche nel periodo di lock-down secondo ruoli ben definiti. I vertici dell’organizzazione stabilivano strategie e canali di rifornimento, luoghi di detenzione e stoccaggio, prezzi di vendita della sostanza stupefacente, nonché i destinatari della stessa; un loro referente fidato gestiva i depositi di droga, il trasferimento del narcotico nei diversi luoghi di stoccaggio e si occupava della preparazione delle partite di droga da consegnare ai clienti ricevendo il corrispettivo delle cessioni; numerosi corrieri erano incaricati delle operazioni di consegna dello stupefacente e fungevano da “custodi” nei vari luoghi di stoccaggio della droga.