“Sono più che d’accordo nel creare nell’ex Creaf un Centro di Permanenza per il Rimpatrio dei clandestini piuttosto che vedere questi ultimi commettere reati ai danni di donne e uomini, nonostante un decreto di espulsione a carico loro”. A dirlo è l’ex assessore alla sicurezza del Comune di Prato Aldo Milone, intervenuto in seguito alla proposta del governatore Giani di creare un Cpr all’interno dell’area ex Creaf. Proposta che ha fatto infuriare il sindaco Biffoni.
“Tutti i giorni, o quasi, il popolo del centrodestra si lamenta per la scarsa sicurezza presente nel Paese e per le migliaia di immigrati che sbarcano quotidianamente nel nostro Paese. I massimi rappresentanti politici nazionali e locali di destra e di centrodestra si accodano a queste lamentele. Io non so se il presidente della Regione abbia fatto una provocazione o sfidato il sindaco Biffoni nell’indicare l’ex Creaf come luogo di Centro di Permanenza per i rimpatri dei clandestini – dice Milone in una nota -. Io sarei andato a vedere subito il presunto bluff di Giani. A Prato abbiamo una popolazione di clandestini con numeri pazzeschi. Meno di un anno fa il procuratore capo della Repubblica Giuseppe Nicolosi stimò una presenza di clandestini nella sola comunità cinese di circa 15.000, e parliamo di soli clandestini orientali, per non parlare di altre etnie. Di fronte a questi numeri il capogruppo in Regione e in Comune di Fratelli d’Italia indicassero il luogo, soprattutto la città, dove costruire un CPR(Centro di Permanenza per i Rimpatri). Non ci si può lamentare soltanto, per fini politici, per la presenza di clandestini e poi non si danno le soluzioni politiche per risolvere il problema. Ribadisco, i due esponenti di Fratelli d’Italia indicassero la città dove costruire un Cpr, oppure diano la soluzione per risolvere il problema dei clandestini a Prato. Io sono favorevole al Centro di Permanenza per i Rimpatri solo per i clandestini presenti nella nostra città e provincia anche perché, considerato il numero di clandestini presenti nella sola Prato, sicuramente lo stesso ex Creaf non basterebbe ad accoglierli. Poi non ci lamentiamo quando si leggono sui siti e sui media notizie riguardanti episodi di violenza commessi da clandestini perché, forse i nostri politici non conoscono come funziona un decreto di espulsione del Questore. Il decreto di espulsione diventa carta straccia perché, chi viene colpito da questo provvedimento, nella stragrande maggioranza resta in città e reitera la commissione dei reati”. Pertanto, conclude Milone, “è inutile fare gli spot politici e non dare soluzioni concrete. Meglio tenerli in un Centro, in questo caso l’ex Creaf, piuttosto che vedere questi clandestini liberi di commettere reati o atti di violenza nei confronti di donne e uomini”.