“Nessuno dei sessanta medici di emergenza dell’ultimo concorso regionale ha accettato di lavorare al Pronto Soccorso di Prato, che tra pochi giorni perderà altri due camici bianchi licenziatisi per trovare lavoro più vicino a casa, all’Asl sud est della Toscana. Altrettanti medici lasceranno, nei prossimi due mesi, il Pronto Soccorso di Prato per prestare servizio in altri settori ritenuti meno stressanti, con il risultato che l’organico scenderà a poco più di 20 unità, numero del tutto insufficiente per coprire la turnazione ordinaria”.
L’allarme – che segue la decisione della Asl di ricorrere al precetto dei medici dei reparti per coprire i turni in pronto soccorso – arriva dalla deputata di Forza Italia Erica Mazzetti e dal capogruppo di FI al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella, il quale ha presentato un’interrogazione urgente alla giunta Giani.
“La situazione del pronto soccorso dell’ospedale di Prato è ormai da diversi mesi diventata ingestibile, in primis a causa della grave carenza organica – affermano Mazzetti e Stella -. Il personale che opera sul campo, in prima linea, è arrivato all’esasperazione. Servono soluzioni drastiche, altrimenti anche la Toscana si ritroverà come altre Regioni a dover fare i conti con i pronto soccorso gestiti dai privati o dalle cooperative, dove non c’è garanzia sulla affidabilità del personale. Occorre un intervento immediato della Regione per sanare la carenza di personale”.
“L’Asl – aggiungono i due esponenti di Forza Italia – ha reperito due liberi professionisti, ai quali si dovrebbero aggiungere sei internisti che hanno accettato di trascorrere il 30% del proprio monte ore settimanale in Pronto Soccorso. I sei medici che hanno accettato di lavorare al 30% in Pronto Soccorso corrispondono, per intero, a due unità di personale. La situazione non è accettabile, considerando che l’avvicinarsi dell’estate e delle ferie aggraverà ulteriormente il carico di lavoro. Per questo chiediamo al presidente Giani e all’assessore Bezzini se siano a conoscenza di queste criticità, cosa abbiano fatto, nei mesi scorsi, per affrontarle e risolverle, e se non ritengano urgente procedere a nuove assunzioni in pianta stabile”.