In occasione della giornata del rifugiato politico in Bielorussia che si svolge domenica 21 maggio, dedicata a tutti coloro che hanno perso la vita in nome della libertà e della democrazia, Prato si dimostra ancora una volta vicina ad una causa che riguarda l’Italia e l’Europa.
La nostra città ha infatti accolto nel febbraio scorso una famiglia di rifugiati politici bielorussi composta da sei persone (di cui 4 bambini) e lo stesso ha fatto 2 anni fa con Yulya Yukhno, ex prigioniera politica e presidente della neonata associazione Talaka (“solidarietà” in bielorusso). Il progetto messo in piedi da Yulya nasce appunto per dare una mano a chi scappa dal paese, un Paese quello governato da Alexander Lukashenko in cui i diritti vengono negati e un semplice cenno di dissenso al regime postato sui social o diffuso nelle piazze, conduce diritti in prigione. Attualmente in Bielorussia ci sono circa 1500 prigionieri politici ufficialmente riconosciuti e sono oltre 3500 le persone condannate in processi penali per motivi politici.
L’esperienza del carcere per la libera manifestazione del proprio pensiero è capitata anche a Yulya Yukhno, che da due anni ha trovato accoglienza a Prato, dove a dicembre scorso ha ottenuto asilo politico. “Eravamo in 18 in una cella per 2 persone, senza una doccia, senza aria fresca, senza cure mediche, in condizioni disumane, ma io sono riuscita a scappare e a trovare asilo politico – ha ricordato la presidente dell’associazione Talaka Yulya Yukhno durante il racconto dei suoi giorni da detenuta -. Adesso voglio fare lo stesso con chi si trova nella situazione in cui ero io 2 anni fa. Voglio aiutare, esattamente come è stato fatto con me”.
Così Yulya attraverso la sua associazione si impegna nell’opera di sensibilizzazione in Italia (dove la comunità bielorussa conta circa 10.000 persone) sulla situazione in Bielorussia, nella stabilizzazione dei contatti con l’Italia, nell’integrazione dei rifugiati politici, nella difesa dei diritti dei cittadini e nella realizzazione dei progetti umanitari, culturali e formativi.
Grazie all’aiuto di Cisl e Iscos nel supportare le testimonianze, Prato compie un atto di solidarietà che la collega alla Bielorussia, dando voce a chi in questo momento non ce l’ha con una progettualità che cerca di porre al centro dell’attenzione la mancanza dei diritti in un paese non lontano dal nostro.
“Come amministrazione comunale ci teniamo ad essere cassa di risonanza di una situazione internazionale che ha dei risvolti spietati – ha commentato il vicesindaco Simone Faggi -. I diritti in Europa sono strettamente connessi col nostro vivere quotidiano, ma è bene sensibilizzare rispetto a quello che accade quando si oltrepassano i perimetri europei perché i diritti e i valori che cerchiamo di difendere e tutelare rappresentano un tesoro inestimabile ed estenderli anche in contesti a noi vicini rappresenterebbe un futuro di pace per tutti”.
“E’ importante non essere indifferenti rispetto a quello che si sta vivendo in Bielorussia – ha precisato il segretario generale della Cisl Fabio Franchi -. La Bielorussia è in Europa, non è lontana da essa e l’Ucraina ci dovrebbe insegnare che una politica estera è necessaria per avere una comunità europea accogliente, democratica e libera. Vicino all’Europa, in Bielorussia, oggi c’è un dittatore che imprigiona e nega i diritti e la democrazia al paese e ai suoi cittadini, per cui è nostro dovere sostenere questa battaglia di libertà e democrazia”.
“Il mondo di Yulya è un mondo che a noi occidentali è abbastanza sconosciuto – ha concluso il consigliere delegato Iscos Antonio Cerqua -. Quando l’abbiamo conosciuta abbiamo capito subito l’importanza della causa che stava portando avanti, perché è opportuno far conoscere e sensibilizzare”.
Ecco i suggerimenti dell’associazione Talaka per chi volesse sostenere la causa del popolo bielorusso, in occasione della Giornata dei prigionieri politici
– mettere i hashtag #freepoliticalprisoners #FreeThemAll nei social;
– scrivere una lettera di solidarietà a prigioniero politico bielorusso, se vuoi puoi
pubblicarla sui social (puoi inviare una lettera attraverso i servizi online);
– essere la voce dei prigionieri politici bielorussi: scrivere un post raccontando delle cose che stanno accadendo in Bielorussia;
– il 21 maggio attacca al vestito una targhetta gialla, scatta una foto e postala sui social. Non dimenticare usare l’hashtag #freepoliticalprisoners #FreeThemAll;
– sostenere i prigionieri politici in altri modi: fare il bonifico per progetti per i prigionieri politici, sostenere l’associazione bielorusse sul territorio, cercare di sostenere le
famiglie direttamente.