11 Maggio 2023

Delitto Said, c’è un secondo indagato. Domani l’udienza di convalida del fermo

Dopo il fermo del coinquilino della vittima, risulta indagato anche un cittadino italiano che aveva subaffittato ai due marocchini parte dell'immobile in cui si sarebbe consumato l'omicidio


C’è un secondo indagato per la morte di Said Jadoor, il 36enne marocchino di cui si erano perse le tracce dal 18 aprile scorso, ritrovato cadavere, in avanzato stato di decomposizione, martedi mattina in uno stabile abbandonato nella zona tra Porta al Leone e Il Pino. Per il delitto è stato fermato il coinquilino di Said, un connazionale di 50 anni pluripregiudicato, che domani comparirà davanti al giudice per le indagini preliminari per la convalida del fermo. Denunciato a piede libero, invece, il cittadino italiano che aveva in affitto l’appartamento in cui vivevano i due marocchini, ai quali aveva subaffittato alcune stanze. L’uomo non sarebbe stato coinvolto nell’esecuzione materiale dell’omicidio, ma potrebbe aver avuto un ruolo nell’occultamento del cadavere o nel ritardare le indagini. A denunciare la scomparsa di Said era stata il 21 aprile l’ex moglie Martina Esposito, che da tre giorni non riusciva più a contattarlo. La donna era andata a cercarlo nell’abitazione, ricevendo risposte evasive dal coinquilino, il quale poi ha spedito a lei e ad uno dei fratelli della vittima otto foto misteriose riconducibili a tre diversi luoghi abbandonati della città dove avrebbe potuto trovarlo. Luoghi battuti nei giorni scorsi dalla troupe di Chi l’ha visto – un campo, uno stabile di via Vella o lungo la Bardena ed un appartamento occupato da senza fissa dimora – che sarebbero stati indicati dal cinquantenne per sviare le indagini.
L’inchiesta della squadra mobile, attraverso l’ascolto di persone, l’analisi di tabulati e celle telefoniche ed intercettazioni, ha portato a raccogliere pesanti indizi a carico del coinquilino di Said, che avrebbe ucciso il connazionale al termine di una lite per motivi da chiarire, e che poi avrebbe nascosto il corpo in uno stabile abbandonato, tentando di bruciarlo, senza riuscirci.
Il fermato, irregolare in Italia, ha numerosi precedenti penali – per droga, sequestro di persona, violenza sessuale aggravata, percosse, danneggiamento, violazione delle leggi sull’immigrazione – ed ha trascorso diversi anni in carcere, da cui era uscito circa un anno fa.