26 Maggio 2023

Bambini soli nella Rete a 10 anni, un’indagine rivela i rischi a cui sono esposti

Le risposte di 450 bambini di quinta elementare di 7 scuole pratesi accendono le spie di fenomeni quali: aggressività verbale, adescamenti on-line e rischio dipendenza da internet


“Se cresco tra disinformazione, informazioni inutili, assuefatto a riempire la noia con video non adatti all’età, come crescerò, come svilupperò la mia personalità e quali relazioni saprò costruire? Saprò scegliere se un algoritmo ha sempre scelto per me?”
Sono alcuni degli interrogativi, pesanti, posti da Francesco Pagnini, psicologo e Francesco Brizzi, psicologo specializzato in criminologia, rispettivamente presidente e vicepresidente della Cooperativa S.E.D. (Servizi per l’educazione digitale). Da dieci anni entrambi studiano l’impatto della Rete e dei social nelle vite dei ragazzi, vanno nelle scuole per indagare il fenomeno attraverso questionari anonimi e provano a sensibilizzare i genitori, perchè le nuove tecnologie – con la pervasività e la sofisticatezza di App e social solo all’apparenza innocui sistemi di intrattenimento – rischiano di crescere adolescenti e adulti “psicologicamente modificati”.

Per rendersene conto, basti considerare l’ultima indagine compiuta nell’anno scolastico 2022-2023 in sette scuole elementari pratesi. Il questionario, che negli anni precedenti era indirizzato agli studenti delle medie inferiori e superiori, quest’anno è stato proposto per la prima volta ai bambini di quinta elementare, che hanno dieci anni. “Ce lo hanno chiesto gli stessi istituti scolastici perchè si sono resi conto che per alcune dinamiche si stava abbassando l’età, ad esempio il semplice utilizzo dei cellulari” spiegano Brizzi e Pagnini.

 

Aggressività verbale e contenuti violenti
In effetti, il primo dato della ricerca che balza all’occhio è che sui 450 bambini di 10 anni interpellati, ben 184 (pari al 40,89%) usano il proprio smartphone personale per connettersi ad internet. Il 28% usa un tablet, il 19,78% lo smartphone dei genitori; il 7,33% adopera un personal computer e soltanto il 4% non si connette con alcun dispositivo.
Tra i social network più utilizzati figura Youtube (il 64% dei bambini interpellati lo usa), Tik Tok (33,56%), Snapchat (12,67%), Instagram (11,78%) e Facebook (7,56%). “Parliamo di bambini di dieci anni, quando in Italia l’età pattuita per l’ingresso sui social network è di 13 anni e fino ai 16 anni, per la normativa sulla privacy, gli account e i relativi consensi sono appannaggio dei genitori” ricordano i responsabili della cooperativa S.E.D., che hanno somministrato i questionari nelle scuole assieme alle ricercatrici Francesca Morelli e Martina Cunzo.
Alcuni dati preoccupanti emersi dall’indagine: un bambino su tre ha usato almeno una delle applicazioni della rete (profili social, messaggistica istantanea, canali youtube e Twitch) per offendere; il 37,56% dichiara di essere stato offeso attraverso via web. Quasi uno su due conosce nuove persone tramite sistemi di chatroom. Il 14,44 % dei bambini ha ricevuto foto o video a carattere estremamente violento. E due su tre fra costoro hanno poi ricondiviso tali contenuti all’interno della propria cerchia di amici.
“Purtroppo in Rete, anche fra i più piccoli, registriamo il fenomeno dell’aggressività verbale e notiamo che di fronte a contenuti violenti reali (non estrapolati da giochi o fiction) in cui si imbattono, i bambini non percepiscono la gravità di quello che vedono, ma solo l’elemento “sensazionale” e tendono a riproporlo” spiegano Pagnini e Brizzi.

L’adescamento on line
Il 17,78% dei bambini di 10 anni interpellati (80 su 450) ha ricevuto offerte di regali (soldi, ricariche di cellulari, oggettistica varia) in cambio di foto o dati personali da parte di soggetti “conosciuti” in rete. Un fenomeno, quello dell’adescamento, che è subdolo, in quanto è spesso impiegato da adulti malintenzionati che si spacciano per coetanei dei bambini ricorrendo a identità false e nickname; si insinuano nei giochi on line e nelle pagine social più amate in età infantile e preadolescenziale, per poi chiedere di passare a conversazioni private in chat con le loro “prede”.
Se capita qualcosa di preoccupante in Rete, i bambini rispondono che la loro prima reazione è di dirlo ai genitori nel 61,78% dei casi; il 16% si confida con un amico; il 5,78% avverte altri adulti 5,78%, ma il 16,44% non dice nulla.
In seguito ad una brutta esperienza on line, oltre la metà dei bambini di 10 anni coinvolti nell’indagine ha provato una delle seguenti “emozioni”: difficoltà a prendere sonno (107 bambini su 450), forte rabbia (116), voglia di isolarsi (70), non voler tornare a scuola (48).
Quanto ai videogiochi, la modalità on line è oramai quasi esclusiva: l’85% dei bambini fa lì la sua esperienza ludica digitale, mentre il gioco off-line è residuale (15%). Una dinamica che crea dipendenza: il 28,44% dei bambini gioca on line più di 3 ore al giorno. Il 36,44% (ricordiamo ancora che stiamo parlando di bambini e bambine di 10 anni di età) ha diffuso la propria immagine in rete senza la consultazione di un genitore. E ancora, il 36% ammette che non saprebbe fare a meno di internet per 48 ore.

La scarsa vigilanza dei genitori
Il 60% dei bambini del campione di ricerca fa esperienze sul web senza che siano stati impostati software di parental control sui dispositivi che hanno in uso; uno su tre non riceve consigli dai genitori per una più sicura navigazione in Rete. Il 69% ha riferito che i genitori non ci sono mai o quasi mai mentre esplorano i mondi digitali, mentre nel restante 31% dei casi la vigilanza attiva di babbo o mamma c’è sempre (5%) o spesso (26%).
Ma i genitori hanno le password per accedere agli account creati dai loro figli di 10 anni? Nel 61,56% dei casi sì, ma nel restante 38,44% la vigilanza non è proprio tecnicamente possibile perchè si delega completamente, in barba alle normative e ad un’autonomia che è incompatibile con l’età dei propri bambini e con i rischi a cui sono esposti.

Dario Zona

A questo link, dal minuto 23′ l’intervista a Francesco Pagnini, ospite della rassegna stampa di Tv Prato “Prima di Tutto”.