Il Pnrr rischia di non venire attuato compiutamente nei territori non solo per la mole di progetti, per le previsioni burocratiche e per i tempi ristretti di realizzazione, ma soprattutto per le carenze di organico nelle pubbliche amministrazioni. Lo denuncia la Funzione Pubblica Cgil di Prato che sulla base dell’ultima relazione della Corte dei Conti sullo stato di attuazione del Pnrr, esprime preoccupazione in particolare per i progetti delle missioni 5 (Inclusione e coesione) e 6 (Salute), progetti che a livello nazionale hanno visto finora spesi dalle pubbliche amministrazione meno del 5% dei finanziamenti richiesti.
“In questo quadro – afferma Sandro Malucchi, segretario Fp Cgil Prato – si inserisce la riflessione sulla composizione delle piante organiche reali, analizzata dalla FP CGIL per il periodo 2018 – 2022, che la pubblica amministrazione locale può mettere a disposizione per il raggiungimento degli obiettivi di progettazione e realizzazione dei piani del PNRR. Le dolenti note provengono dalla comparazione tra la numerosità dei professionisti messi a disposizione dal sistema pubblico locale dello Stato che si sono ridotti del 7% nel periodo 2018 – 2022”.
Guardando agli enti locali, gli 8 comuni pratesi e l’unione dei comuni valbisentini, negli ultimi 4 anni hanno perso 30 dipendenti (da 1304 a 1274). Tutti i comuni hanno fatto registrare variazioni minime, in positivo o in negativo da 1 a 3 addetti, tranne il Comune di Prato, dove nel 2022 rispetto a 4 anni prima, i dipendenti erano 30 in meno (939 rispetto a 969, -3% circa).
“In questo quadro gli obiettivi del Pnrr rischiano di rimanere un miraggio, con un grosso danno per le comunità locali e una pessima figura nei confronti della comunità internazionale” commenta la Fp Cgil.
Sempre nel comparto della pubblica amministrazione, rispetto al 2018 a Prato è diminuito il personale delle funzioni centrali, dove si è passati complessivamente da 605 addetti a 564, perdendo 41 addetti. Gli uffici che si sono svuotati maggiormente nell’ultimo quadriennio sono quelli dell’Agenzia delle Entrate, con 27 unità di personale in meno (da 159 a 132), e l’Ufficio delle Dogane, che ha perso 11 operatori (da 52 a 41). In calo anche gli organici di Casa Circondariale (da 38 a 33) e Ispettorato del lavoro Prato-Pistoia (da 58 a 54).
“Nel settore degli uffici periferici dello Stato si sono persi 41 posti di lavoro nell’intera provincia pratese con un saldo negativo che non verrà colmato dal Decreto PA di fresca approvazione da parte del Consiglio dei Ministri. Spiccano l’Agenzia delle Entrate con un ragguardevole meno 27 operatori arrivando all’esiguo 132 addetti con un significativo segnale di scarsa volontà da parte del Governo di aggredire l’evasione e l’elusione fiscale. Situazione analoga per l’altra Agenzia Fiscale – le Dogane – che ha perso il 21% della propria forza lavoro nel quadriennio, come se l’attività di presidio e controllo sulle merci al fine della regolarità dei traffici commerciali non fosse centrale per il sistema produttivo e commerciale pratese. Per altro si procrastina la difficoltà del Palazzo di Giustizia pratese che non potrà contare su nessuna nuova assunzione tramite il Decreto PA che sembra escludere il Ministero della Giustizia dal piano assunzionale di soltanto 1187 dipendenti pubblici per lo Stato italiano”.