7 Aprile 2023

La croce è tornata all’ospedale, il vescovo Giovanni “L’emergenza da Covid è finita, ma non il soffrire dell’uomo”

Nel giorno del Venerdì Santo, anche quest'anno il presule ha guidato la Via Crucis al Santo Stefano come segno di speranza e vicinanza verso chi soffre


Per il quarto anno consecutivo il giorno del Venerdì Santo il tradizionale rito che ripercorre la passione e la morte di Cristo è stato vissuto nel perimetro esterno dell’ospedale. Anche quest’anno il vescovo Giovanni Nerbini ha, infatti, deciso di portare la croce al Santo Stefano, come segno di speranza, vicinanza e conforto. Un’idea nata durante la pandemia, la prima edizione risale alla Pasqua del 2020, in pieno lockdown, e che il Vescovo ha deciso di proseguire anche una volta terminato lo stato di emergenza. “Perché questa Via Crucis all’ospedale ora che l’emergenza da Covid è finita? Perché non finisce il soffrire dell’uomo, insieme a tanti altri aspetti del suo vivere”, ha detto il vescovo Giovanni.

Sette le stazioni, posizionate lungo il perimetro del Santo Stefano, curate dalla cappellania ospedaliera guidata da don Carlo Bergamaschi e dalle associazioni impegnate quotidianamente in ambito sanitario. Filo conduttore le mani, mani di speranza, mani che amano, mani che consolano e che soccorrono, mani di compassione, di solidarietà, mani ferite. Mani che, come scritto nel libretto della Via Crucis, “hanno spezzato e vivificato il pane, hanno benedetto e accarezzato i bambini, hanno curato e sono state trafitte. Mani dolci e potenti che penetrano sino al midollo dell’anima, che plasmano e creano. Mani attraverso le quali passa un così grande amore, un dolce abbandonare la propria anima, specialmente quando soffre e ha paura”. La Via Crucis è stata promossa dalla Cappellania ospedaliera, in accordo con la direzione del Santo Stefano.

La Via Crucis è stata trasmessa in diretta da Tv Prato nel corso dello speciale “Sotto la sua croce” dedicato alle celebrazioni del Venerdì Santo, condotto dal direttore della nostra emittente Gianni Rossi.

(foto di Alessandro Fioretti)