La bozza di decreto sulla responsabilità estesa del produttore in ambito tessile ha subito suscitato reazioni e preoccupazioni nel distretto pratese. Stiamo parlando del provvedimento che dà a chi produce abbigliamento, tessili per la casa, e accessori di abbigliamento, calzature e pelletteria la responsabilità di assicurarsi un corretto fine vita del prodotto.
La bozza, scritta col contributo di alcuni attori qualificati del settore, prevede l’organizzazione di una capillare rete di raccolta, per poi promuovere operazioni di riuso dei prodotti o di riciclo. Per raggiungere questi obiettvi si propone di costruire dei consorzi riconosciuti dal ministero. C’è poi la partita del contributo ambientale, cioè la somma che servirà a gestire il fine vita dei prodotti. Per quanto riguarda gli obiettivi da centrare su riuso, riciclo e recupero dei rifiuti tessili, si propone un 25% in peso entro il 2025, il 40% entro il 2030, e il 50% entro il 2035. A coordinare tutti i consorzi sarà il Corit, il centro di coordinamento per il riciclo dei tessili.
La bozza di decreto è stata girata a tutti gli attori del settore, che a loro volta in questi giorni hanno presentato le osservazioni al ministero. Fra questi c’è il Corertex, il Consorzio per il riuso e il riciclo tessile che ha inoltrato le proprie osservazioni al ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica grazie alla collaborazione con Astri, l’associazione tessile riciclato italiana.
La bozza viene definita dal presidente del Corertex, Raffaello De Salvo “un buon inizio per normare il settore ma che presenta notevoli criticità, soprattutto sotto l’aspetto tecnico”. “La bozza tocca svariati fattori – prosegue -. Ad esempio la convivenza tra pubblico e privato, il bilanciamento tra sostenibilità ambientale ed efficienza economica, il rischio di compromettere tutti i risultati raggiunti fino ad oggi, e l’aspetto sociale e inclusivo rappresentato dalle cooperative di raccolta”.
Il Corertex per spiegare alcune delle criticità prova fare un esempio pratico. “La bozza di decreto prevede come obiettivo quote di riuso, riciclo e recupero del 50% entro il 2035 – aggiunge il presidente del consorzio -. Ma non specifica le singole quantità. Questo quindi potrebbe significare l’ipotesi che venga preferita la quota di recupero energetico, con i termovalorizzatori ad esempio, a discapito del riuso e del riciclo. Il tutto con il risultato della perdita di materia prima seconda e in netto conflitto con lo schema europeo dei rifiuti”.
Di fatto nelle proprie osservazioni il Corertex ha suggerito a Roma come sia preferibile e meno impattante implementare e migliorare il sistema attuale di gestione dei cicli post consumo piuttosto che rifondare completamente l’intero percorso con conseguenti maggiori costi e rischi di minori garanzie. “Il sistema attuale, tipo il modello Prato, pur non essendo perfetto e sicuramente migliorabile, offre garanzie di virtuosità, tracciabilità e massimizzazione del riuso e del riciclo, risultando molto in linea con quanto richiesto dalle direttive europee – conclude De Salvo -. Abbiamo inoltre suggerito la costituzione di un comitato di controllo e garanzia, preferibilmente all’interno del futuro Corit, cioè il Centro di coordinamento per il riciclo dei tessili, formato da stakeholder rappresentativi di tutta la filiera, quindi raccoglitori, selezionatori dei primi impianti, riciclatori, sistemi consortili e produttori. Abbiamo anche consigliato, in via prioritaria, una corretta distribuzione del futuro contributo ambientale su tutta la filiera di riuso e riciclo, coprendo tutti i costi efficienti di gestione dei rifiuti tessili: dalla raccolta, alla selezione per il riuso, alla preparazione per il riutilizzo, al riciclo e allo smaltimento, senza dimenticare l’eventuale fase di rientro in Italia delle aziende che in precedenza avevano delocalizzato”.
Le osservazioni del Consorzio Corertex terminano ribadendo che “il modello Prato, forte dei suoi oltre 150 anni di esperienza nel campo del riuso e del riciclo tessile, possiede una preziosa catena di valore: ciò che per molti è rifiuto per noi è una risorsa e conosciamo bene il percorso nel dettaglio”.