30 Marzo 2023

Tari, nel 2023 a Prato previsti aumenti medi del 6,7%. Biffoni alla Regione: “Siamo in grave ritardo sugli impianti”

Già nel 2022 nella nostra provincia ci sono stati aumenti della Tari del 10% per le imprese e dell'8% per le famiglie


“Ineluttabile come il mutare delle stagioni, a ogni invio delle bollette Tari riparte la discussione sui costi e conseguentemente sugli impianti, o meglio, sull’assenza di impianti per lo smaltimento rifiuti. È da anni che denuncio la necessità di nuovi impianti, e nella scelta a cui ci sottopose l’allora Presidente della Regione tra Case Passerini e Peretola, rimasi solo (o quasi) a sostenere che un termovalorizzatore grande, moderno, efficente era (e resta) la priorità. Senza impianti il ciclo dei rifiuti va in affanno e i costi alle stelle, lo sapevamo bene e abbiamo accettato le tariffe di ATO sapendo che la Regione avrebbe realizzato un piano che finalmente appare essere arrivato: non mi voglio permettere di dettare l’agenda di nessuno e tanto meno del Consiglio Regionale, ma davvero è urgente farlo divenire realtà, senza ulteriori ritardi”.

Il sindaco di Prato Matteo Biffoni interviene così, senza giri di parole, nel dibattito sulla Tari, che secondo le previsioni dell’Ato dei rifiuti, a Prato aumenterà mediamente del 6,7% rispetto al 2022, quando già si riscontrò un aumento del 10% per le imprese e dell’8% per le famiglie. Aumenti giustificati con la crescita del costo di raccolta e smaltimento che quest’anno passerà da 45,1 a 48,1 milioni.

Secondo il primo cittadino la discussione da fare riguarda le mancate risposte sugli impianti di smaltimento rifiuti. “Parto da un dato: la mia città, Prato, ha raggiunto oltre il 74% di raccolta differenziata. Porta a porta in tutta la città. Siamo impegnati nelle politiche di riuso e riciclo, l’economia circolare è nel nostro dna, siamo pronti a realizzare l’hub del tessile. In ogni ambito lavoriamo al massimo per aumentare la quota di riciclo e recupero. Ma sappiamo bene che questo non basta. Se non ci dotiamo di impianti di smaltimento, perché resterà sempre una quota di rifiuti che non può essere riutilizzata, resteremo sempre esposti ai rischi che comporta l’assenza di indipendenza, a partire dalla variabile costi. Do per scontato che siano impianti virtuosi, innovativi e rispettosi dell’ambiente, ma davvero ora è giunto il momento di realizzarli. Questo innanzitutto per una ragione di costi, ma anche per coerenza: non si può essere contrari agli impianti, consapevoli che mandiamo i nostri rifiuti in un altro territorio (e questo un po’ mi ricorda un’altra vicenda…)”.
Biffoni lancia un ulteriore appello alla Regione e alla politica in generale: “Siamo in grande ritardo, abbiamo perso tempo prezioso ma adesso bisogna fare presto e bene e portare a compimento il piano dei rifiuti su cui la Regione ha lavorato e a cui va la nostra fiducia. La politica non può più traccheggiare”.