25 Marzo 2023

Manifatturiero, l’export chiude il 2022 col segno positivo: a Prato +17,5% rispetto al 2021. I dati di Confindustria Toscana Nord

Il report del Centro Studi conferma l'andamento positivo dei primi tre trimestri dell'anno anche per il quarto trimestre. Guardando ai singoli settori, rallentano le esportazioni nel tessile mentre cresce l'abbigliamento


Non ci sono sorprese nei dati sulla chiusura dell’export del 2022 per le imprese manifatturiere di Lucca, Pistoia e Prato: l’andamento positivo dei primi tre trimestri si conferma anche nel quarto e porta l’incremento dell’anno a +20,9% sul 2021 e a +25,4% sull’ultimo anno pre-crisi, il 2019 (dati Istat elaborati dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord). Prestazioni, queste, abbastanza uniformi sulle tre province e che vanno lette considerando come sempre che i dati Istat sull’export segnalano a livello provinciale i soli valori delle merci e non i loro volumi.

“I fenomeni inflattivi giocano un ruolo molto consistente nella formazione di valori così alti dell’export, che portano il totale manifatturiero del nostro territorio Lucca-Pistoia-Prato a superare nel 2022 i 10 miliardi con un saldo positivo rispetto all’import di 4,1 miliardi – commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -. Pertanto i confronti con gli anni precedenti non dicono molto sulle effettive prestazioni delle nostre imprese nell’export del 2022: ma che i risultati siano buoni emerge dal confronto con i dati toscano e italiano, rispettivamente a quota +14,1% e +19,2% sul 2021. La propensione all’export costituisce del resto un punto di forza di quasi tutti i settori presenti nel territorio di Confindustria Toscana Nord. Le imprese hanno saputo assorbire, anche se con non pochi danni a livello di bilancio, gli incrementi di costi, a cominciare da quelli energetici, e a rimanere nonostante tutto competitive sui mercati. Indubbiamente hanno aiutato le ormai consolidate strategie di qualificazione dei prodotti, che hanno consentito di sfuggire alla competizione particolarmente agguerrita sui prodotti basici o di fascia bassa. E’ una situazione comunque al limite, un equilibrio precario che difficilmente reggerebbe ad altri scossoni violenti come quelli che abbiamo subito. Fondamentale quindi che l’Italia, che, non bisogna dimenticarlo, vive soprattutto di export, tuteli al massimo le sue aziende e la loro competitività.”

Daniele Matteini illustra anche i dati di Pistoia: “Nell’export manifatturiero Pistoia cresce del 31,7% nel 2022 rispetto all’anno precedente, e del 14,5% sull’anno pre-covid 2019. I segni sono positivi su quasi tutti i settori, con performance tuttavia anche molto diverse. Tutti col segno più i numeri dei vari segmenti del comparto dei prodotti del tessile-abbigliamento, pelli e accessori, a cui afferisce il tipico settore delle calzature. Quest’ultimo nel 2022 mostra una forte risalita (+40,1% sul 2021), tappa importante verso il recupero dei valori pre-covid ancora da raggiungere (-21,1% rispetto al 2019); positiva la voce legno e prodotti in legno, carta e stampa (+36,8%), così come la chimica (+33,6%), la gomma-plastica (+27,8%); positivo, anche se non a livello di altri segmenti, il settore alimentare (+13,3%). Perdono nell’anno macchinari e apparecchi (-21,65%), nonostante le buone prestazioni (+8,3%) del 4° trimestre. L’arretramento della voce mobili (-6,3%), che include anche i materassi, risente verosimilmente delle dinamiche degli anni della pandemia, quando questi beni durevoli destinati alla casa hanno avuto un particolare successo presso i consumatori. In generale ci si può considerare soddisfatti; anche se i risultati sui mercati stranieri sono l’effetto dello sforzo compiuto dalle industria pistoiesi, che, nel corso dell’anno, hanno pagato l’aumento delle materie prime, la difficoltà a operare soprattutto in certi Paesi, l’aumento dei costi energetici. Una situazione che dobbiamo considerare eccezionale, e a cui non ci possiamo – né noi né chi è preposto a governare la politica industriale del Paese – assolutamente assuefare.”

“Il dato dell’export di Lucca nel 2022 registra +20,2% sul 2021 e ben +32,9% sul 2019 e può quindi dirsi senz’altro soddisfacente – aggiunge Tiziano Pieretti, vicepresidente di Confindustria Toscana Nord -. Da segnalare l’exploit della carta con +63,2% sul 2021 e un valore quasi uguale (+62,4%) sul 2019: con queste prestazioni il cartario arriva a rappresentare il 27,7% del valore totale dell’export lucchese. Nessun trionfalismo, però: il settore ha risentito e risente più di altri dell’incremento dei costi energetici e, anche se le imprese sono riuscite a trasferire sui mercati una parte di questi aggravi, questi risultati sono il segnale di una situazione che è stata e rimane tuttora anomala. Per gli altri settori, nel confronto con il 2021 la farmaceutica segna +56,9%, il lapideo +21% (inteso come pietre tagliate e lavorate, comparto predominante nel nostro territorio; l’estrattivo viceversa è nettamente negativo, -16,9%), la chimica +16,9%, l’alimentare +15,4%, la gomma-plastica +12,3%, i macchinari +9%; anche la moda, con un incremento di +17,5% sull’anno precedente, è ormai a distanza di solo un paio di punti dai livelli del 2019. Rispetto all’anno precedente, negativa la nautica con -7,1%, un dato che però non preoccupa considerando le buone prestazioni del settore negli ultimi anni, il +24,4% sul 2019 e l’andamento fisiologicamente altalenante di un comparto con cicli di lavorazione, e quindi anche di consegna e di fatturazione, molto lunghi.”

“Il 2022 ha visto incrementi significativi dell’export manifatturiero pratese – conclude Fabia Romagnoli, vicepresidente di Confindustria Toscana Nord -. Per il complesso dei settori l’aumento è del 17,5% sul 2021 e del +19,8% sul 2019. Il tessile è a quota +21,9% (+20,3% se si considera l’intero distretto) sul 2021; rispetto al 2019, però, l’incremento è un più modesto +10,2%. I segnali di rallentamento emersi nella produzione tessile trovano un riscontro anche nei dati dell’export: il 4° trimestre 2022 ha segnato solo +2,9% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Andamento inverso, rispetto ai dati annuali, per l’abbigliamento che, dopo un 4° trimestre 2022 negativo (-8,7%), chiude l’anno con +9,9% sul 2021, a fronte di un miglior risultato, +20%, sul 2019. Molto positivi, anche se riferiti a settori con una quota esigua di export sul totale pratese, i risultati di gomma-plastica (+38,5% sul 2021 e +66,9% sul 2019), farmaceutica (+52,3% sul 2021, +55,5% sul 2019), chimica (+21,6% sul 2021, +36,4% sul 2019), macchinari e apparecchi (+26,7% sul 2021, +59,4% sul 2019). Come comparto specifico all’interno di quest’ultimo settore, però, è diverso l’andamento del meccanotessile, che cresce rispetto al 2019 (+8,8%) ma ha una lieve flessione (-2,3%) rispetto a un 2021 che però poteva dirsi eccezionalmente positivo, con +59,3% sulla caduta del 2020 e il recupero già in quell’anno delle perdite subite con la pandemia.”