Il racconto di un uomo di mezza età che con la sua autoironia scava dentro il proprio vissuto di ricordi, in una sequenza di episodi, aneddoti e situazioni al limite del tragicomico. Potrebbe essere la storia di chiunque e invece è l’autografia romanzata che Claudio Bisio porterà sul palcoscenico del Politeama Pratese per La mia vita raccontata male, in scena martedì 14 e mercoledì 15 marzo (alle 21), per chiudere in bellezza la stagione di prosa Il tempo ritrovato. Uno spettacolo molto atteso (ultimi biglietti disponibili nelle due date), quello prodotto dal Teatro Nazionale di Genova, che porterà a Prato un artista che non ha certo bisogno di presentazioni, capace di cimentarsi in generi diversi dal teatro alla tv passando per il cinema.
Bisio attinge dal patrimonio letterario di Francesco Piccolo, premio Strega 2014 e da pochi giorni di nuovo in libreria con La bella confusione, per intraprendere un viaggio agrodolce fra vita pubblica e privata, reale e romanzata, in coppia con il regista Giorgio Gallione in un sodalizio artistico che da qualche tempo li vede insieme passando da Monsieur Malaussène di Daniel Pennac a Father and son di Michele Serra.
Storie e parole scandite in musica (sul palco Bisio sarà accompagnato dai musicisti Marco Bianchi e Pietro Guarracino) cucite addosso alla parabola del protagonista che fa i conti con se stesso attraverso le parole dello scrittore Piccolo (tratte dai romanzi Momenti di trascurabile felicità e Il desiderio di essere come tutti), per riannodare i fili di una biografia che potrebbe essere la sua ma anche quella di un’intera generazione. Un po’ romanzo di formazione, un po’ biografia divertita e pensosa, un po’ catalogo degli inciampi e dell’allegria del vivere, La mia vita raccontata male si dipana in un’eccentrica sequenza di racconti e situazioni che inesorabilmente costruiscono una vita in cui tutti si riflettono e s’immedesimano.
Dalla prima fidanzata alle gemelle Kessler, dai mondiali di calcio all’impegno politico, dall’educazione sentimentale alla famiglia o alla paternità, dall’Italia spensierata di ieri a quella sbalestrata di oggi, fino alle scelte professionali e artistiche che inciampano in Bertolt Brecht o si intrecciano con Mara Venier, lo spettacolo è concepito come un divertente ping pong tra vita pubblica e privata, reale e romanzata, raccontando “male”, in musica e parole, tutto ciò che per scelta o per caso concorre a fare di noi quello che siamo.
Il costo del biglietto è di 35-30 euro per la platea (settore A e B), 25 per la galleria; riduzioni previste per gli spettatori under 25 (15 euro), 10 per cento di sconto per i soci Unicoop Firenze. Prevendite on line su Ticketone, nei punti vendita Boxoffice o direttamente alla biglietteria del teatro, aperta da martedì a sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19. Informazioni: www.politeamapratese.it.