13 Marzo 2023

Discepoli dell’Annunciazione, sentito il vescovo emerito Agostinelli

In qualità di testimone, monsignor Agostinelli ha ripercorso gli accertamenti da lui disposti sulla vita della comunità sciolta dalla Santa Sede nel dicembre 2019


“C’era grande preoccupazione sull’invadenza di don Giglio da parte del ragazzo e di altri membri della comunità di fedeli. Ne parlai con diversi di loro e ricordo che ricevetti pareri contrastanti: chi lo accusava, riferiva che voleva inserirsi nella vita privata delle persone e che tutto quello che dicevano e pensavano doveva passare il vaglio di padre Giglio, il quale era una specie di plagiatore. Ma di fatti e abusi di natura sessuale non me ne hanno parlato”.
Così ha parlato stamani monsignor Franco Agostinelli, vescovo emerito di Prato, sentito in qualità di testimone nel processo a carico di Don Giglio Gilioli e Lucio Fossanova, rispettivamente fondatore ed esponente laico dei Discepoli dell’Annunciazione, entrambi imputati per violenza sessuale nei confronti di un giovane avvicinatosi in passato all’associazione di fedeli soppressa dalla Santa Sede nel dicembre 2019.

A ciascuno dei due imputati vengono contestati due episodi di violenza sessuale ai danni di un trentenne, che all’epoca dei fatti, tra il 2008 e il 2012, frequentava la comunità e che a distanza di anni ha denunciato di aver subito le molestie, il cui ricordo sarebbe affiorato nel corso di sedute psicanalitiche con tecniche Emdr di desensibilizzazione e riprocessamento tramite movimenti oculari.
Il primo a denunciare di aver subito abusi sessuali – a seguito di un analogo percorso di terapia – fu il fratello minore che chiamò in causa anche altri appartenenti alla comunità, i quali sono stati completamente scagionati, in quanto il ragazzo non è stato ritenuto attendibile.

Il vescovo emerito Agostinelli, sentito stamani in aula, ha ricordato che all’inizio del suo episcopato a Prato già aveva disposto una prima visita apostolica per fare luce su una comunità che gli pareva “strana” e ispirata a “criteri educativi non giusti”. Poi ha ripercorso le tappe dell’istruttoria di un processo amministrativo canonico a carico di don Giglio e della seconda visita apostolica, conclusasi con il provvedimento di scioglimento della Santa Sede.

“Dopo aver parlato con il ragazzo (il primo denunciante, successivamente ritenuto inattendibile dalla Procura al termine delle indagini ndr) – a fine 2018 o inizi 2019 convocai padre e ci parlai persona. Lui negò questa sua interferenza e disse anzi che lasciava liberi i componenti della comunità di vivere la loro vita ed essere autonomi nei comportamenti. Tanto più negò di avere avuto atteggiamenti equivoci da un punto di vista affettivo. Lui diceva che le accuse nei suoi confronti erano mosse quasi per ritorsione perchè gli aiuti economici che concedeva alla famiglia in proporzione alle proprie disponibilità, erano nel tempo diminuiti”.