Bocche cucite da parte degli inquirenti sulla violenta aggressione ai danni di Martina Mucci, la 28enne residente a La Pietà, aggredita in modo selvaggio mentre rientrava a casa dal lavoro, nella notte tra lunedì e martedì, da due uomini incappucciati che l’hanno spinta a terra e ferita al volto e alla testa con un oggetto tagliente, un coltello o forse una lametta. Gli investigatori mantengono il massimo riserbo ma stanno vagliando diverse piste per dare una spiegazione al violento episodio che ha suscitato anche un’ondata di indignazione pubblica.
La Squadra mobile, coordinata dal sostituto procuratore Valentina Cosci, sta ricostruendo la vita, le frequentazioni, le amicizie della giovane che da subito ha ammesso di non credere all’ipotesi della rapina. “Cercavano me, volevano sfregiarmi. E’ stato un agguato in piena regola”, ha spiegato Martina di fronte alle telecamere. I due sono fuggiti portando via la borsa della ragazza, che lavora come barista in un pub della città.
Sembra quindi perdere corpo la pista legata alla rapina, vista la brutalità con cui è stato messo a segno l’episodio e l’accanimento dei due uomini verso la 28enne. Un accanimento cieco rivolto soprattutto verso il volto, i denti, i capelli: aspetti estetici che Martina ama particolarmente curare. Perché, dunque, tanta ferocia per sottrarre una borsa? Tutto lascia pensare ad una aggressione messa in atto per punire, in qualche modo, la vittima e lasciare un segno indelebile.
Martina ammette candidamente di credere che dietro all’orrendo gesto possa esserci un mandante. Tra gli altri possibili moventi all’attenzione degli inquirenti, anche quello di ambito sentimentale. La volontà è quella di stringere il cerchio e arrivare quanto prima alla verità.