Stop alle iscrizioni a ruolo presso la cancelleria del giudice di pace dei ricorsi per l’emissione dei decreti ingiuntivi fino alla fine del 2023. Lo ha stabilito con un ordine di servizio il presidente del Tribunale di Prato Francesco Gratteri, in qualità di coordinatore dell’Ufficio del Giudice di Pace. Il provvedimento è motivato con la gravissima carenza di organico del personale amministrativo a supporto dell’ufficio in questione: dei 15 addetti previsti dalla pianta organica – come denunciato un mese fa dalla Funzione Pubblica Cgil – ne sono in servizio soltanto 4, di cui una persona prossima alla pensione. Nell’ordine di servizio, Gratteri ricorda altre misure assunte negli scorsi mesi per ridurre i carichi di lavoro destinando, ad esempio, amministrativi assegnati al Tribunale, “anch’esso in situazione di altrettanto grave e risalente carenza di organico”.
Il presidente del Tribunale cita anche le mancate risposte dal Ministero della Giustizia sul fronte dei rinforzi più volte richiesti, in ultimo lo scorso 5 ottobre. A vuoto è andato anche l’interpello, disposto dal Presidente della Corte d’Appello di Firenze, per l’applicazione a Prato di un assistente giudiziario: al termine della procedura, scaduta 3 giorni fa, non sono state presentate domande. Pertanto Gratteri, ispirandosi a “criteri di razionalità organizzativa e di equilibrata gestione delle scarse risorse disponibili” ha disposto la sospensione della ricezione dei ricorsi per l’emissione dei decreti ingiuntivi presso il Giudice di Pace, “cui, a decorrere dal 1 ottobre 2022, le unità di personale assegnate alla cancelleria civile non sono state in condizioni di provvedere trattandosi di adempimenti inesigibili avuto riguardo all’orario di lavoro e all’insufficienza di organico descritta in premessa”. Da ottobre scorso l’emissione dei decreti ingiuntivi è infatti bloccata con 700 richieste inevase.
Un disservizio a cui si aggiunge ora quello del blocco delle nuove iscrizioni, destinato ad allungare i tempi di chi cerca di recuperare crediti non riscossi, anche di piccolo importo, e che dovrà adesso rivolgersi al Tribunale, proprio in un momento in cui la riforma della giustizia, in vigore dai prossimi giorni, amplia il valore delle controversie attribuite al giudice di pace.
Contro l’ordine di servizio del presidente del Tribunale ha preso posizione il consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Prato, che sul proprio sito, ha pubblicato quanto segue.
“Il provvedimento, comunicato alla segreteria del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati nel tardo pomeriggio della giornata di ieri, veniva assunto dal Presidente del Tribunale di Prato senza alcuna interlocuzione preventiva con questo Consiglio dell’Ordine, il quale si dissocia e prende le distanze da un simile provvedimento, che viene percepito come gravemente lesivo dei diritti dei cittadini e delle imprese, anche in considerazione dell’ormai prossima entrata in vigore del D.Lgs 149/2022, che prevede la competenza del Giudice di Pace per le cause relative a beni mobili di valore non superiore a diecimila euro.
Questo Consiglio, come d’altronde tutta l’Avvocatura pratese, è perfettamente consapevole della gravissima situazione in cui versano gli Uffici Giudiziari del circondario, ed in particolare l’Ufficio del Giudice di Pace, determinata dalla carenza di personale amministrativo. Ciò nonostante, il Consiglio non concorda con l’assunzione di provvedimenti così drastici ed improvvisi che impattano in modo devastante sui diritti e le aspettative di giustizia di cittadini ed imprese.
Per tali motivi il COA, con lo spirito costruttivo che da sempre ha connotato l’Avvocatura pratese nel rapporto con le istituzioni, continuerà a proporre agli Uffici Giudiziari iniziative da assumere urgentemente per la risoluzione del problema”.