Con 20 sinistri gravi la Toscana si conferma, nel 2022, la prima regione per numero di incidenti provocati da animali selvatici. In quattro anni il numero di incidenti che hanno causato feriti o lesioni mortali è salito a 67. Un triste primato, certificato dall’ultimo Osservatorio sugli incidenti degli animali dell’Asaps relativo al 2022, che arriva a pochi giorni di distanza dall’ennesima tragedia consumata sulle strade toscane, lungo la via Bolognese, all’altezza della frazione del Carlone, nel Comune di Scarperia e San Piero, dove un uomo di 47 anni ha perso la vita dopo aver urtato un cinghiale.
A denunciarlo è Coldiretti Toscana che ha stilato una mappa regionale delle strade di tutte le provincie dove la presenza di cinghiali, e di altre specie selvatiche, rappresentano una minaccia costante alla sicurezza di automobilisti, motociclisti e ciclisti.
Per quanto riguarda il territorio di Prato e provincia (nella foto il cinghiale avvistato nel novembre 2021 in via Machiavelli a Prato), le strade a rischio censite da Coldiretti sono la provinciale 325 che attraversa l’intera Valbisenzio e la provinciale 2 da Vernio a Fossato.
La mappa completa delle strade a rischio attraversamento fauna selvatica
Sono una cinquantina, in tutta la regione, le strade individuate dal monitoraggio di Coldiretti ritenute ad elevato rischio . Si tratta di strade dove si sono verificati incidenti, anche mortali, documentate dalle cronache o oggetto di segnalazioni ripetute di attraversamento di cinghiali ed altre specie da parte degli agricoltori. Spesso si tratta di strade che confinano con parchi e boschi anche importanti come la Superstrada Fi Pi Li, l’Autostrada A 11 Firenze Mare e l’Autopalio Siena – Firenze.
Nell’area mugellana le strade da codice rosso sono la Statale 67 (passo del Muraglione), la Via Bolognese nel Comune di Scarperia, il Passo della Futa, il Passo della Colla ed il Passo del Giogo. Due le strade nel pratese: la provinciale 325 e la provinciale 2 da Vernio a Fossato.
Nella Valtiberina la Via Libbia, nel tratto che dal Comune di Anghiari porta alla località del Chiaveretto nel comune di Subbiano, in Valdichiana la SS71 nella zona di Castiglione Fiorentino e la strada provinciale Palazzo del Pero da Castiglion Fiorentino passando per la Foce fino a Palazzo del Pero.
In provincia di Lucca la Lodolina, la Pesciatina e poi via Romana e via di Sant’Alessio mentre in Versilia il viale dei Tigli a Viareggio e la variante Aurelia. Nel pisano la strada provinciale per Castellina Marittima, la provinciale delle Colline per Egola (Palaia), il tratto di via Livornese che collega Cenaia alle Quattro Strade (Crespina Lorenzana), la Provinciale 13 “del commercio”, la SR 69 Val di Cecina, la SR 439 Sarzanese Valdera e Tosco Romagnola Est. Sull’Isola d’Elba, assediata da cinghiali e mufloni, c’è la Via provinciale per Pomonte (Elba) mentre sulla terra ferma la Via Bolgherese.
A Grosseto la Via Aurelia nei tratta tra il capoluogo e Albinia, la Strada provinciale Montiano e la SR 74 Maremmana.
Nel pistoiese la provinciale 5 tra i comuni di Pistoia e Montale, la Provinciale 7 nel tratto di Montale, la provinciale 19 nel tratto di Quarrata, la provinciale 40 tra i comuni di Montecatini T. e Serravalle Pistoiese ma anche tutta la rete stradale montana, in particolare il Lungo Reno della statale 66.
Tra la Lunigiana e la costa, nella provincia di Massa Carrara, le strade più pericolose sono la Statale per il Cerreto, la provinciale 35 per Filattiera-Mulazzo, la provinciale 60 per Moncigoli, la Via Comunale di Corneda tra Tresana e Aulla, la strada per la Foce, la strada provinciale per Casola in Lunigiana e la provinciale 31 dal casello di Pontremoli verso Mulazzo.
Infine Siena con la strada provinciale 40 nel tratto del Comune di Pienza e la Strada dei Cappuccini.
“La presenza fuori controllo degli ungulati è diventato di problema di sicurezza che riguarda tutti. Cinghiali, daini, caprioli e mufloni non devastano solo i raccolti degli agricoltori ma sono un pericolo per la circolazione stradale, per le aree urbane e per la salute pubblica. Nella nostra regione centinaia di km di viabilità tra statali, regionali, provinciali e comunali sono diventate delle trappole a causa delle alte probabilità di imbattersi in un cinghiale che sbuca all’improvviso in mezzo alla carreggiata con conseguenze purtroppo anche gravissime per chi percorre quel tratto. E’ un attimo fatale che può trasformarsi in tragedia – spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana – A spingere i cinghiali nelle aree urbane è il numero fuori controllo di questa specie che nella nostra regione ha superato i 300 mila esemplari insieme ad altri fattori come la siccità, la presenza di una popolazione di predatori, il lupo, in forte aumento che li minaccia, la facile disponibilità di cibo nei centri abitati e l’incuria delle aree periurbane. La presenza di ungulati e predatori è una delle principali cause dell’abbandono delle nostre campagne e delle nostre montagne: aree spesso difficili in cui fare agricoltura è diventato impossibile ed insostenibile con conseguenze sul paesaggio, sulla cura del territorio, sulla biodiversità e sulla produzione di cibo per la comunità”.