Il Consiglio di Stato rigetta il ricorso della Bpvi in liquidazione e conferma la legittimità del vincolo pertinenziale che lega in modo indissolubile le opere della Galleria degli Alberti allo storico palazzo di via Rinaldesca, ora di proprietà di Banca Intesa. La sentenza, pubblicata oggi, dà ragione al Ministero della Cultura e a Comune di Prato (rappresentata in giudizio dagli avvocati Bartalesi, Tognini e Logli), Fondazione Cassa di Risparmio di Prato (avvocato Neri Baldi) e all’Associazione pratese Amici dei Musei (avvocato Mauro Giovannelli), che si erano costituiti nel procedimento amministrativo.
Il Consiglio di Stato ha respinto in toto le ragioni della BpVi che nei mesi scorsi ha messo in vendita le opere e intendeva con i ricorsi liberarle dai vincoli di tutela apposti dalla Soprintendenza.
Le 142 opere di Palazzo degli Alberti – fra cui capolavori quali il Crocifisso con cimitero ebraico di Giovanni Bellini, la Madonna con bambino di Filippo Lippi e la Coronazione di spine di Caravaggio, oltre alle sculture di Lorenzo Bartolini – resteranno dunque nella nostra città e nel Palazzo in cui la collezione è nata e cresciuta dagli anni Trenta del Novecento, per iniziativa della Cassa di Risparmio di Prato, ente pubblico economico poi privatizzato negli anni Novanta.
Dal 2003 con l’acquisizione di Cariprato da parte della Banca Popolare di Vicenza di Gianni Zonin, la collezione venne progressivamente smembrata: un terzo delle opere, fra cui alcune delle più importanti, furono trasferite e nel 2013 dopo decenni di pubblica fruizione si interruppero le visite pubbliche a numero chiuso a Palazzo degli Alberti.
Negli anni successivi, grazie alla campagna di informazione del settimanale Toscana Oggi rilanciata con forza da Tv Prato, ebbe inizio la battaglia per far tornare stabilmente la collezione a Prato, combattuta in prima battuta dall’Associazione pratese Amici dei Musei . Una battaglia che raggiunse un primo fondamentale obiettivo nel 2017 con l’apposizione da parte della Soprintendenza del vincolo pertinenziale delle opere con il Palazzo degli Alberti. Vincolo che è stato confermato da Tar nel 2020 e adesso dal Consiglio di Stato. Nel frattempo la proprietà di quadri e dipinti è confluita nella procedura di liquidazione della BpVi, mentre il palazzo è stato acquistato da Intesa SanPaolo nell’ambito dell’acquisizione della Popolare di Vicenza.
Il 25 marzo 2022 Intesa SanPaolo ha riaperto la Galleria e riqualificato con un pregevole allestimento le sale espositive, che sono tornate ad essere fruibili dai pratesi. Per quanto riguarda la proprietà dei dipinti, BpVi in liquidazione coatta amministrativa un anno fa ha avviato il processo competitivo per vendere le opere custodite a Palazzo degli Alberti. All’avviso rispose con una offerta non vincolante la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato. Ma da allora non ci sono state altre mosse da parte dei commissari liquidatori, che adesso incassano il no alla libera fruizione dei quadri, un fattore destinato a far abbassare le possibilità di vendere sul mercato le singole opere e presumibilmente anche le loro quotazioni.