Il Presidente del Tribunale di Prato Francesco Gratteri ha deciso la chiusura dell’ufficio decreti ingiuntivi presso il Giudice di Pace per carenza di personale. Un provvedimento che avrà conseguenze importanti sul territorio pratese, sia per i cittadini sia per le imprese facendo venire meno un servizio fondamentale.
Dopo il consiglio dell’Ordine degli avvocati di Prato che ha preso posizione contro l’ordine di servizio del presidente, si registrano gli interventi del sindaco Matteo Biffoni e della Funzione Pubblica Cgil.
Il primo cittadino di Prato chiama in causa il governo Meloni e i sottosegretari pratesi Silli e La Pietra: “Non entro nel merito e nel metodo della decisione presa, che capisco essere legata ancora una volta alla carenza di personale, ma mi domando dove siano i parlamentari pratesi e i membri del Governo di questo territorio, che in campagna elettorale ci hanno spiegato come avrebbero portato Prato all’attenzione del Governo – interviene il sindaco Matteo Biffoni -. La situazione del Tribunale è complessa da anni, e la chiusura di questo ufficio è una ulteriore prova di quanto sembri impossibile risolverla, nonostante l’impegno di tanti, compreso io stesso, in questi anni. Auspico che, dato che che abbiamo tanti pratesi tra parlamentari e membri del Governo a Roma, ci sia un intervento vero affinché il ministero della Giustizia porti qualche soluzione. Per ora registro un preoccupante silenzio e prova ne sia che anche su una questione strettamente, unicamente, pienamente statale si chieda aiuto soltanto al Comune. Capisco che sia questa l’abitudine, ma penso che sia bene invece che chi ha responsabilità di Governo inizi a occuparsi, sul territorio dove è stato eletto, dei temi di competenza statale. E indubbiamente il Tribunale è tra questi”.
Sulla vicenda interviene anche il delegato della Funzione Pubblica Cgil Walter Vizzini, secondo il quale la decisione assunta dal presidente del Tribunale era inevitabile ed ampiamente prevista. Vizzini chiama in causa la politica locale, che ha ignorato i ripetuti appelli del sindacato a farsi carico con costanza del problema.
Di seguito l’intervento integrale della Fp Cgil.
“Apprendiamo, come tutti, dai giornali del provvedimento del Presidente del Tribunale di Prato con cui è stato congelato fino al 31.12.2023 il servizio dei decreti ingiuntivi al Giudice di Pace e non possiamo che dire: “Ve l’avevamo detto!” Ci dispiace esprimerci in questo modo. È una frase estremamente sgradevole e che non abbiamo mai utilizzato. Tuttavia, non esiste altro modo per esprimerlo in maniera più chiara. Sono decenni che la F.P. CGIL di Prato si batte affinché il Ministero ponga rimedio alla drammatica situazione degli Uffici Giudiziari Pratesi. E sono altrettanti anni che sollecitiamo la politica locale a farsi carico del problema “Giustizia a Prato” in modo costante e deciso. Siamo stati accusati di ogni cosa. Di essere promotori della chiusura del Tribunale di Prato quando, provocatoriamente, abbiamo scritto sui giornali che, perdurando così le cose, tanto valeva accorparci al Tribunale di Firenze. Il nostro intento era evidente e chiarito nel testo dell’articolo sul giornale. Siamo stati accusati di essere incompetenti quando abbiamo chiesto un aiuto per il Giudice di Pace alle amministrazioni locali della Provincia. Siamo stati ignorati quando abbiamo chiesto l’istituzione di un tavolo permanente per affrontare in modo costante e risolutivo il “problema Giustizia a Prato”. Ed oggi siamo arrivati al capolinea. Ignorati come Cassandra e accusati di essere gufi incompetenti, alla fine si è verificato ciò che avevamo più volte paventato: l’inevitabile blocco di un servizio-giustizia a Prato. Siamo chiari prima di essere per l’ennesima volta strumentalizzati. In primo luogo, siamo profondamente preoccupati per le gravissime ripercussioni che conseguiranno al blocco del servizio dei decreti ingiuntivi al Giudice di Pace. Al tempo stesso siamo assolutamente convinti che il Presidente del Tribunale non aveva altra scelta, poiché non si poteva pretendere l’impossibile dal personale amministrativo superstite del Giudice di Pace. Noi avevamo cercato di spiegarlo a più riprese: “Guardate che prima o poi, a furia di non risolvere il problema della carenza di organico amministrativo giudiziale a Prato, il sistema si blocca.” La verità è che si è pensato che il personale amministrativo giudiziale pratese potesse essere sovraccaricato all’infinito, basandosi su un semplice assunto che il Giudice di Pace esemplifica alla perfezione: “Dovrebbero essere in 15? Sono in 4? E pazienza, si divideranno in 4 il lavoro che dovrebbero fare in 15”. Ci auguriamo che questa situazione porti tutti coloro i quali sono interessati al funzionamento della Giustizia a Prato a prendere coscienza della situazione ed a organizzare delle iniziative condivise, decise e costanti per risolvere il problema. Noi della CGIL FP Giustizia di Prato siamo sempre a disposizione di chiunque per poter fornire il nostro bagaglio di conoscenza e di competenza”.