25 Gennaio 2023

“Ufficio del giudice di pace al collasso”: la Cgil scende in piazza

Venerdi si terrà una manifestazione dei lavoratori di giustizia per denunciare la grave carenza di organico del personale amministrativo


Ancora guai per gli uffici giudiziari pratesi, alle prese con le croniche carenze di personale. L’ultimo allarme della Funzione Pubblica Cgildi Prato riguarda i lavoratori della giustizia applicati all’ufficio del giudice di pace, che lo scorso anno ha iscritto oltre 4.000 procedimenti, nonostante la scopertura in organico del 67%, destinata ad arrivare al 73% nel 2023. Proprio la grave insufficienza del personale amministrativo sarà alla base della manifestazione organizzata la mattina di venerdì 27 gennaio con i lavoratori della giustizia di fronte all’Ufficio del Giudice di Pace.

“La misura è colma – esordisce Walter Vizzini, rappresentante Giustizia della FP CGIL di Prato – presso l’ufficio del Giudice di Pace. Le 5 unità di personale sulle 15 previste nel 2022, con una scopertura del 67%, si sono ridotte ulteriormente nel 2023 a 4, con una scopertura pertanto del 73%. L’annosa situazione degli Uffici Giudiziari Pratesi si arricchisce di un ulteriore amaro capitolo: l’Ufficio del Giudice di Pace è al collasso.”

Nel 2022 il Giudice di Prato ha iscritto 907 procedimenti per il settore penale e 3377 tra contenzioso ordinario e decreti ingiuntivi nel settore civile, con una durata media dei processi di circa due anni, in linea con i tempi medi nazionali.

La scopertura è del 100% degli assistenti giudiziari, del 75% dei cancellieri, del 100% di ausiliari. Attualmente il personale in servizio è ridotto a due funzionari, un cancelliere e un operatore ma a novembre 2023 si perderà un’ulteriore unità di personale per pensionamento ed entrerà così in crisi il servizio della cancelleria penale. Sono per altro già in crisi i settori dei decreti ingiuntivi e delle spese di giustizia”.

Dal 28 febbraio verranno attribuite al Giudice di Pace nuove competenze. “Soltanto nel settore civile – spiegano dalla Cgil – si assisterà al raddoppio del lavoro per l’ufficio vista la necessità di alleggerire il carico di lavoro sui giudici ordinari ampliando contemporaneamente il raggio d’azione dei giudici di pace con il fine ultimo, in teoria, di velocizzare i tempi di gestione dei fascicoli.”

Nel frattempo il Presidente del Tribunale di Prato ha disposto la sospensione nelle giornate di sabato dell’attività di ricezione degli atti indifferibili e dei provvedimenti di accompagnamento alla frontiera degli immigrati irregolari trasferendo tali competenze dal Giudice di Pace al presidio istituito presso il Tribunale.
Ciò però non basta al sindacato di piazza Mercatale che sottolinea come le soglie di valore delle cause di competenza del Giudice di Pace si innalzano, con l’ultima riforma del processo civile, da 5 a 10 mila euro per le cause relative a beni mobili e da 20 a 25 mila euro quello per le controversie che riguardano il risarcimento dei danni da incidenti stradali, determinando così un aumento esponenziale dei carichi per il Giudice di Pace.

Le analisi empiriche sul rapporto tra il sistema economico e il sistema giustizia – secondo un approfondimento della FP CGIL di Prato – hanno mostrato che durate più elevate dei processi hanno effetti negativi sulla partecipazione delle imprese alle catene globali del valore e sulla loro dimensione.
“Molta letteratura scientifica – afferma Walter Vizzini – dimostra che una riduzione della durata delle procedure civili del 50 per cento accrescerebbe le dimensioni medie delle imprese manifatturiere di circa il 10 per cento con un incremento della produttività e del valore aggiunto. Non vorremmo che dietro il mancato invio di personale ci fosse l’intenzione di colpire il sistema produttivo pratese nel suo insieme: imprese e addetti. Per questo i lavoratori del sistema giustizia e il sindacato chiedono un tavolo permanente alle istituzioni locali, Comune capoluogo, Prefettura e Provincia, al fine di dare continuità alle richieste di personale al Ministero della Giustizia fintanto che questo non troverà le risorse per dare alla città di Prato – terza città per numeri di abitanti del Centro Italia – e al distretto produttivo quella dignità e quella giustizia che meritano”.