E’ iniziato oggi a seguito di citazione diretta a giudizio il processo a carico dei 27 esponenti del Si Cobas, fra cui i leader Luca Toscano e Sara Caudiero, per le modalità delle proteste che per mesi hanno visto il sindacato opporsi alla Texprint, la stamperia tessile a conduzione cinese di via Sabadell. Gli imputati, fra cui sindacalisti, attivisti ed ex lavoratori dell’azienda, devono rispondere a vario titolo di diversi episodi di violenza privata e singoli reati di danneggiamento, percosse e lesioni personali. Si sono costituiti parti civili la Texprint, assistita dall’avvocato Pasquale Annicchiarico, assieme ad alcuni dipendenti e fornitori.
Secondo la Procura di Prato e la Digos, che ha curato le indagini, le azioni di blocco messe in pratica dai manifestanti durante il lungo presidio permanente dinanzi ai cancelli della fabbrica rappresentano dei veri e propri illeciti e non l’esercizio dei diritti dei lavoratori e della “lotta” sindacale: più volte i partecipanti al presidio hanno bloccato i mezzi trasportanti materie prime e merce. Gli altri lavoratori, non iscritti al Si Cobas, avevano da parte loro pubblicamente denunciato il clima di intimidazione e anche di aver subito la perquisizione dei propri veicoli nel passare di fronte ai cancelli dell’azienda.
Nell’udienza di oggi la Texprint ha chiesto che il Si Cobas locale e nazionale sia riconosciuto responsabile civile, ovvero un soggetto chiamato a risarcire i danni, che l’azienda e le altre parti civili stimano in 6 milioni di euro.
I legali della stamperia citano un precedente dell’ottobre scorso al Tribunale di Modena nel quale Si Cobas è stata citata quale responsabile civile per le proteste alla Italpizza. L’avvocato Letizia Bertolucci, che assiste i 27 imputati, si oppone alla richiesta e sottolinea come esista un precedente di senso opposto in un recente processo pendente al Tribunale di Brescia.
Sul punto il giudice deciderà nel corso della prossima udienza fissata ad aprile.
Dalla dura vertenza Texprint – Si Cobas sono scaturiti vari procedimenti giudiziari: quelli giuslavoristici per chiedere l’annullamento dei licenziamenti, impugnati dal Si Cobas; un’inchiesta che vede indagati per sfruttamento lavorativo i vertici dell’azienda; una denuncia per calunnia presentata dalla stamperia nei confronti di tre cittadini pakistani; un procedimento penale aperto per gli scontri dinanzi ai cancelli che vede indagati sia esponenti dell’azienda che del Si Cobas.
Per quanto riguarda gli aspetti penali, quello a carico dei 27 manifestanti, è il primo procedimento che sfocia in un dibattimento processuale.