Recuperata una parte della pala d’altare trafugata 44 anni fa alla chiesa di S.Michele Arcangelo di Carmignano
L'opera era stata messa in vendita presso una casa d'aste del Nord Italia
E’ stata fatta a pezzi – ed uno di questi è stato ritrovato dai Carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale – la pala d’altare degli inizi del XVII secolo trafugata nel 1979 dalla chiesa di San Michele Arcangelo di Carmignano, appartenente alla Diocesi di Pistoia. Il comandante del nucleo specializzato di Firenze dell’Arma, il capitano Claudio Mauti, ha restituito al parroco della chiesa don Elia Matija il frammento del dipinto ritrovato raffigurante Sant’Orsola. Si tratta di un ovale che era stato messo in vendita presso una casa d’aste del Nord Italia. Un appassionato d’arte si è accorto della singolare coincidenza ed ha interpellato l’Ufficio dei Beni culturali della Diocesi di Prato, che ha prontamente segnalato il caso al nucleo specializzato dei carabinieri.
Attraverso l’interrogazione della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, la più completa banca dati di opere d’arte rubate esistente al mondo gestita dal Comando Tutela Patrimonio Culturale, è stata accertata la perfetta corrispondenza tra l’opera posta in vendita e la porzione della pala d’altare trafugata quasi 44 anni fa.
“La Crocifissione di Cristo con Sant’Orsola e Santa Lucia” era stata al tempo catalogata presso la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città Metropolitana di Firenze e le
province di Pistoia e Prato e denunciata quale provento di furto dall’allora parroco Don Aldo Magnarelli.
Nella notte tra il 25 e il 26 aprile 1979 – come riportato nel volume “Le chiese di Carmignano e Poggio a Caiano” a cura di Claudio Cerretelli, Marco Ciatti e Maria Grazia Trenti Antonelli – dalla chiesa di San Michele Arcangelo di carmignano furono rubati 4 dipinti: oltre a quello parzialmente recuperato, anche un martirio di Santa Apollonia del Seicento; una settecentesca Immacolata Concezione coi santi Giorgio e Giovanni Battista e una Madonna del Buonconsiglio situabile a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento, oltre a vari arredi e candelieri.
“L’accertato scempio causato all’opera originale – fanno sapere dall’Arma – rende concreta la possibilità che ulteriori ritagli della stessa possano esser stati immessi nel mercato dell’arte”.
“Il risultato di oggi – prosegue una nota del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturali – è non solo un esempio concreto della sinergia tra il Comando Carabinieri Tutela
Patrimonio Culturale e gli Uffici Beni Culturali delle varie Diocesi, ma anche dell’importanza sia della catalogazione delle opere d’arte ecclesiastiche, sia delle informazioni fornite in sede di
denuncia, le quali alimenteranno la ‘Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti’, strumento indispensabile per i militari del Reparto specializzato dell’Arma per recuperare, anche a distanza di decenni, beni di cui si erano perse ormai le tracce, restituendoli alla comunità”.