17 Gennaio 2023

“Lavoriamo insieme per combattere l’illegalità nel distretto”: a Pratofutura l’invito di prefetto e forze dell’ordine agli imprenditori pratesi

Ieri al Museo del Tessuto la tavola rotonda organizzata dall'associazione di via Santa Chiara: al centro del confronto, sicurezza e legalità nel settore produttivo pratese. Il presidente di Pratofutura, Marco Ranaldo: "Dobbiamo ragionare su un nuovo modello organizzativo. Costruire una 'alleanza' tra l'intera parte della città che opera legalmente e le nostre istituzioni"


“Lavoriamo insieme per combattere l’illegalità nel distretto, noi siamo pronti a fare la nostra parte al fianco delle imprese nella lotta al sommerso”. E’ un invito aperto alla collaborazione fattiva e a costruire una sorta di “patto” tra istituzioni e imprenditori, quello lanciato dal neo comandante provinciale della Guardia di Finanza di Prato Enrico Blandini durante l’incontro su legalità e sicurezza, promosso da Pratofutura al Museo del Tessuto, alla presenza del prefetto di Prato Adriana Cogode e dei vertici delle forze dell’ordine locali. Una occasione di conoscenza reciproca – tra istituzioni del territorio e comparto industriale – ma anche un momento utile per fare il punto su quanto fatto fino ad oggi in tema di ordine pubblico, criminalità e soprattutto lotta alle irregolarità nel mondo del lavoro.

La tavola rotonda – dal titolo “L’impresa, presidio di legalità”, moderata dal direttore di Tv Prato Gianni Rossi – si è aperta con i saluti introduttivi del presidente dell’associazione, Marco Ranaldo, che ha sottolineato lo slancio propositivo alla base dell’appuntamento. “Vogliamo ragionare sulla funzione della buona impresa – ha commentato Ranaldo –. Un’impresa rappresenta tante cose nel territorio in cui opera, una delle più importanti è essere presidio di legalità. Alle istituzioni il compito di mettere le aziende nella condizione di operare secondo criteri trasparenti e nel massimo rispetto delle regole. Siamo qui per guardare avanti e cercare di costruire insieme un modello nuovo e ancor più virtuoso del distretto e non per fare sterili polemiche”.

Tanti gli interventi e le riflessioni a tutto campo, illustrate alla platea da parte dei vari partecipanti alla discussione: il prefetto di Prato Adriana Cogode e il comandante provinciale della Guardia di Finanza Enrico Blandini, come detto, insieme al comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri Francesco Zamponi e al questore Giuseppe Cannizzaro. Da parte di tutti è stata ribadita la massima disponibilità a collaborare con gli imprenditori e ad alimentare un dialogo proficuo per affrontare le criticità che affliggono il sistema produttivo pratese: dalla concorrenza sleale al lavoro nero, dal sommerso alla pirateria, fino alla contraffazione. Nel corso dell’evento sono intervenuti per un saluto anche il vescovo di Prato, monsignor Giovanni Nerbini, e il sindaco di Prato Matteo Biffoni. Biffoni, in particolare, ha sollevato la questione storica del sottodimensionamento del personale delle forze dell’ordine e delle altre istituzioni statali presenti sul territorio, rispetto alla complessità dei fenomeni che animano Prato: il primo cittadini ha ribadito, ancora una volta, il proprio l’impegno personale nel riportare il tema all’attenzione del Governo, a Roma.

La discussione ha permesso di affrontare numerosi punti e problematiche. Inevitabile il riferimento alle classifiche periodiche de “Il Sole 24 Ore” che non sempre vedono brillare la nostra provincia in termini di criminalità e sicurezza ma i cui dati, secondo il prefetto, vanno letti in rapporto alla popolazione residente nel capoluogo di provincia (Prato, appunto, in cui si concentra quasi l’80% dei cittadini residenti) e comunque contestualizzati rispetto anche all’alta percentuale di denunce registrate, molte di più rispetto ad altre zone d’Italia. “Non c’è un’emergenza criminalità – ha ribadito il prefetto -. Ci sono delle piccole emergenze: dei momenti in cui c’è una certa recrudescenza di alcuni fenomeni, come lo spaccio, i furti, la micro-criminalità diffusa. E questo crea una percezione, nella cittadinanza, di poca sicurezza. In tutti i casi, noi interveniamo tempestivamente mettendo in atto lo strumento della repressione. Quindi, repressione ma anche, e non meno importante, prevenzione, che cerchiamo di incentivare con convinzione”. Anche da parte del prefetto è arrivato un invito forte alla collaborazione con gli imprenditori, “che hanno un peso determinante nella società civile”.

Tornando ai dati, il comandante delle Fiamme Gialle Blandini si è soffermato sugli oltre 50 evasori totali scoperti a Prato nell’ultimo anno (53 per la precisione) mentre il comandante Zamponi ha snocciolato alcuni numeri relativi all’impegno dei Carabinieri nei controlli all’interno delle aziende. “Nel 2022 abbiamo ottenuto risultati significativi – ha spiegato Zamponi -. Sono state sospese 96 attività commerciali e imprenditoriali e comminate 300 sanzioni per oltre 1 milione e 400mila euro”. Le stazioni dei Carabinieri sono “centri di ascolto” così come gli uffici della Questura, impegnata 365 giorni l’anno nel supportare anche la parte imprenditoriale della città. “Anche noi siamo sempre pronti all’ascolto – ha affermato il questore Cannizzaro -. Usciamo da due anni di pandemia: la pandemia si sposa con difficoltà economiche forti, che possono rappresentare un terreno fertile per la criminalità organizzata, ad esempio. Se gli imprenditori notano attenzioni ‘particolari’ o ‘sospette’ da parte di alcuni soggetti che offrono il loro aiuto, possono rivolgersi ai nostri sportelli per trovare informazioni utili e assistenza attiva”. Nel suo lungo intervento, il questore ha inoltre affrontato un altro fenomeno delicato: quello dello stalking e le violenze di genere. “I numeri sono, purtroppo, costantemente alti – ha ripetuto Cannizzaro -. Per noi è diventato un impegno costante nel tentativo di prevenire il verificarsi di certe dinamiche. La prevenzione è il terreno su cui si sta investendo molto e che, obiettivamente, sta dando grandi risultati. Lo strumento di cui il questore si avvale, secondo le ultime novità introdotte dalla normativa vigente, è quello dell’ammonimento. Siamo passati negli ultimi due anni, da 22 ammonimenti a 40. Questo numero, di fatto raddoppiato, non deve essere letto in senso negativo, come un aumento della violenza bensì come una maggiore consapevolezza, da parte nostra, del fenomeno e una attenzione costante verso questo tipo di situazioni”.